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Al via l’avventura dei mondiali

DI SIMONE SPADAROÈ l’estate di vent’anni fa quando l’Italia si laurea Campione del Mondo per la terza volta. Un’avventura, quella spagnola, diventata ormai leggenda per lo sport nazionale. Quel mondiale non iniziò sotto buoni auspici ma Bearzot e la compattezza del gruppo riuscirono in quell’impresa. La nazionale che si presenta al mondiale di quest’anno potrebbe ripetere quell’avventura. Un tecnico vincente, Giovanni Trapattoni, sessantatré anni, due figli e due nipoti, già giocatore di livello internazionale nel Milan e poi allenatore di Juventus, Inter, Cagliari, Bayern Monaco e Fiorentina ed un gruppo variegato e con molto talento: due portieri, tra i migliori al mondo, Francesco Toldo e Gianluigi Buffon (nella foto sopra), ottimi difensori tra cui spiccano Nesta e Maldini, un nutrito gruppo di centrocampisti ed attaccanti che il resto del mondo ci invidia da Di Biagio a Totti, da Del Piero a Vieri fino ad Inzaghi e Montella. Il gruppo.

È questa la carta vincente di Trapattoni, tanto importante in un mondiale da sacrificare Roberto Baggio, il grande campione che opinione pubblica e parte dei mass media voleva vedere per la quarta volta con la maglia azzurra ma che il commissario tecnico ha lasciato in Italia: per non avere una «prima donna» scomoda e che mettesse in secondo piano Totti e Del Piero e perché le condizioni atletiche del «divin codino» non convincevano lo staff medico azzurro. Le ultime partite della nazionale non hanno dato risultati confortanti e lo stesso Trapattoni ammette che c’è qualche problema ma il mondiale è lungo e sarà importante superare in scioltezza la prima fase cercando di trovare la condizione migliore a partire dai quarti di finali. Non arrivare alle semifinali sarebbe un fallimento. Il mondiale sbarca per la prima volta in Asia, in due paesi che non hanno una grande tradizione calcistica e che vedono in questo evento soprattutto un grande traino per il turismo. Si gioca ad orari particolari che costringeranno gli europei a sveglie mattutine per poter assistere alle partite: ogni giorno, dalle 8.30 alle 15.30, è un susseguirsi di partite. Difficile azzardare pronostici sulla possibile vincitrice. Una grossa incognita è l’adattamento delle varie compagini alle particolari condizioni climatiche presenti nelle città ospitanti.

Il caldo e l’altissimo tasso d’umidità sono a favore delle squadre «tecniche», visto che ben difficilmente si potrà esprimere un gioco veloce e fisico. Una delle squadre protagoniste è sicuramente l’Argentina, forte in difesa ed a centrocampo e con il tandem d’attacco, sulla carta, più forte: Batistuta – Crespo. Al pari poniamo gli azzurri, completi in ogni reparto e che funzioneranno se sarà al 100% la coppia Totti – Vieri. Non da meno è la Francia che ha in squadra un grande Zinedine Zidane. È campione del mondo uscente ed è alla ricerca di uno storico bis. Infine il Brasile che ha avuto grandi difficoltà nelle qualificazioni ma può contare su Rivaldo e su tanti altri campioni che giocano nelle migliori squadre del mondo.

Tra le «outsider» vediamo sicuramente Nigeria e Camerun. Il calcio africano è in netta crescita e può dare fastidio a tante nazionali blasonati. La sorpresa potrebbe essere il Portogallo di Manuel Rui Costa e Luis Figo. Curiosità da parte di Giappone e Corea del Sud, le formazioni di casa. Poche possibilità per Germania ed Inghilterra. I tedeschi meritano rispetto ma la squadra sembra vecchia e stanca mentre il gioco atletico dei britannici non sembra il più adatto per il clima asiatico. Ultime considerazioni sulle curiosità e gli stadi del mondiale (si gioca in Giappone e in Corea del Sud). L’ambiente è davvero straordinario: i progettisti giapponesi e coreani hanno creato autentici gioielli: in alcuni casi i giocatori crederanno di entrare in un video game più che su un terreno di gioco. Intrigante lo stadio coreano di Suwon, costruito in modo da ricordare l’antica fortezza della città e con una copertura che s’ispira, nella forma, alle abitazioni coreane.

Il più avveniristico degli stadi è il giapponese Yokohama Internation Stadium, scelto come sede per la finalissima del 30 giugno. Il Sapporo Dome ha una copertura a cupola che può essere aperta e richiusa consentendo il massimo comfort per gli spettatori. Gli spalti possono essere fatti ruotare meccanicamente così come il campo da gioco che può essere spostato fuori dalla cupola per sfruttare sole e pioggia e riportato sotto la copertura prima dell’inizio della gara guidato da un potente cuscino d’aria! I metodi giapponesi e coreani hanno previsto tutto per arginare le intemperanze dei tifosi più scalmanati. Pronte task force sia per scontri fra tifosi che contro eventuali atti terroristici. Un ultimo problema è costituito dal pallone da gioco: il «Fever Nova», più leggero rispetto ai palloni usati nei vari campionati nazionali, progettato con tecnologie innovative, sembra essere stato fatto apposta per mettere a dura prova l’abilità dei giocatori in campo.

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