Firenze

Alessandro Martini nuovo Direttore della Caritas Diocesana

Sposato, tre figlie, insegnante di religione all’Iti Leonardo da Vinci da 27 anni, un impegno trentennale in Azione Cattolica, esperienze in varie realtà dell’associazionismo cattolico, dall’Mcl all’Unitalsi. Alessandro Martini è il nuovo direttore della Caritas Diocesana: prende il posto di don Gianluca Bitossi, che torna a svolgere a tempo pieno il suo ministero di parroco a Santa Maria Ausiliatrice a Novoli. È il primo laico a ricoprire, a Firenze, questo ruolo (anche se laici alla guida della Caritas si trovano in diverse diocesi italiane). La sua nomina è stata anunciata dal cardinale Antonelli il 21 giugno, nell’assemblea del clero a Montesenario: in questi giorni sta iniziando a conoscere meglio la Caritas, da settembre inizierà a svolgere il suo lavoro a tempo pieno (pur mantenendo alcune ore di insegnamento «per non tagliare in maniera troppo brusca – dice – il legame con il mondo della scuola»).Nei prossimi mesi lascerà anche tutti i suoi incarichi politici, che lo hanno portato ad essere in passato Vicesindaco e Assessore alla famiglia e ai servizi sociali nel Comune di Sesto e Assessore provinciale ai servizi sociali, oltre che membro della direzione provinciale della Margherita. «Anche se non c’è incompatibilità formale – sottolinea – mi sembra una scelta dettata dalla correttezza. Voglio che sia chiaro, però, che del mio impegno sociale e politico non rinnego niente. Ho conosciuto la Caritas collaborando dal versante istituzionale: a Sesto ad esempio ho seguito, da assessore, la nascita del centro San Martino. Ho lavorato con vari direttori: don Lelio Guidotti, don Piero Sabatini, don Gianluca Bitossi, tutte persone che mi sono state di stimolo e di esempio». Dalla politica alla Caritas: un cambiamento radicale? «Io ci vedo invece – risponde Martini – una continuità: per me sono due modi diversi di vivere l’impegno verso le fascie più deboli della popolazione. Non cambia il campo d’azione: cambia semmai l’approccio, che non è più istituzionale ma pastorale. Tenendo presente che le “opere segno” non sono, per la Caritas, solo una risposta ai bisogni delle persone ma anche l’espressione di una Chiesa che, attraverso la carità, testimonia il Vangelo. La Caritas di Firenze (come Toscanaoggi ha messo in evidenza la scorsa settimana) è impegnata su tantissimi fronti: ma mentre per la gestione operativa delle opere (mense, case d’accoglienza, centri d’ascolto…) è stata creata una Onlus (l’associazione «Solidarietà Caritas»), alla Caritas come organismo pastorale della Diocesi restano soprattutto i ruoli di testimonianza della carità». «La dimensione della carità – continua Martini – è essenziale nella vita della Chiesa, insieme alla liturgia e alla catechesi: compito della Caritas è quello di accendere nella comunità cristiana una scintilla, un fuoco. E allo stesso tempo, essere di stimolo per le istituzioni perché non dimentichino la voce dei poveri». Nei confronti delle istituzioni, in particolare, Martini rifiuta per la Caritas il ruolo di «agenzia erogatrice di servizi sociali», alla quale rivolgersi in caso di emergenze: «La collaborazione con gli enti locali è importante ma deve essere collaborazione vera. La Caritas è una delle realtà del territorio che deve essere coinvolta in fase progettuale e decisionale, una voce da ascoltare per mettere in moto uno stile di intervento il cui obiettivo, prima ancora di fare azioni di assistenza, è quello di lavorare perché vengano rimosse le cause di povertà, di ingiustizia, di disagio sociale».