Lettere in redazione

Aprirsi agli altri e al dialogo

Caro direttore, nel numero di Toscana Oggi del 6 dicembre nello spazio destinato alle lettere (I cristiani non sono di destra né di sinistra) ne ho trovate due di tenore opposto: una, della quale ringrazia la lettrice Grazia, molto aperta alla testimonianza (in qualunque luogo, anche politico); un’altra a firma di «Scienza e Vita» completamente di chiusura e critica. In quest’ultima si fa riferimento alla presa di posizione dell’assessore regionale Rossi sulla presenza del Crocifisso negli ospedali (Il Crocifisso nei luoghi sanitari, un simbolo che può essere onorato da credenti e non credenti).

Mi sembra che molto «sgarbatamente» si faccia riferimento non all’attuale assessore, ma al possibile governatore della Toscana, ipotizzando un’«iniziativa meramente elettorale». In contrapposizione, viene fatta la radiografia di tutto quello che di negativo avrebbe fatto l’assessore (vorrei anche ricordare che la cittadinanza a Giuseppe Englaro, che personalmente non condivido, è stata data dal Comune di Firenze e non dalla Regione Toscana). Vorrei chiedere a questi signori che si ergono a giudici se la loro «fedina» e il loro animo è libero e immacolato.

Proprio in questi giorni assistiamo al violento attacco di alcuni politici e ministri della nostra Repubblica che pubblicamente difendono (a ragione) la presenza del Crocifisso nei luoghi pubblici, poi attaccano pesantemente l’Arcivescovo di Milano che «parla il Vangelo» che quel Crocifisso rappresenta. Se da parte di qualcuno c’è una piccola apertura, accettiamola con la fiduciosa speranza che questo tempo di Avvento ci chiede, non andiamo subito a «vedere gli interessi» che ci possano essere dietro. Noi apriamoci, gli altri renderanno eventualmente conto delle loro inadempienze (anche politicamente).

Pertanto credo che prima di esprimere giudizi sul comportamento degli altri, guardiamoci dentro di noi, quelle braccia sono aperte a tutti e parlano a tutti una sola lingua, l’amore, e la loro apertura non credete sia «accoglienza» per tutti? Sperando in una sua risposta ringrazio per l’ospitalità.

Paolo MarianiStrada in Chianti (Firenze)

Caro Mariani, eccolo accontentato. Per prima cosa le dico che è abbastanza normale che ci siano in questa pagina interventi tra loro contrastanti o che i lettori ritengono tali. Altrimenti non sarebbe una pagina di dialogo e di dibattito aperta a tutti i contributi, nei limiti del rispetto reciproco. Per cui niente vieta che un’associazione autorevole come «Scienza e vita» dica la sua sull’intervento dell’assessore Rossi. Anzi, le dirò di più: per me non solo la loro «fedina», ma anche «il loro animo è libero e immacolato». In questo senso non sono d’accordo con lei anche perché così rischia di cadere nell’errore che imputa agli altri e finisce per contraddire il suo pensiero finale, che invece condivido in pieno.

Sono d’accordo con lei anche nell’interpretare in senso positivo l’intervento dell’assessore Rossi. Diversamente non l’avremmo pubblicato. Le dirò di averlo trovato sincero, compreso quel qualcosa, da parte di un non credente (come lui stesso si definisce), che lascia trasparire, se non proprio una ricerca, un di più rispetto a una semplice attenzione per il Mistero che sta dietro al Crocifisso. Con ciò non nego di essermi domandato (anche perché non sono così ingenuo) se quello di Rossi poteva essere un intervento «elettorale». Ma poi mi sono detto: che senso avrebbe e soprattutto che vantaggi lui potrebbe trarne? Alle primarie non aveva bisogno di voti in più: correva da solo. Le elezioni vere e proprie sono abbastanza lontane perché l’elettorato cattolico si possa ricordare dell’intervento di Rossi cinque mesi prima. Ma la cosa che poi mi ha convinto di più, a parte la sincerità presunta di cui ho detto, è il fatto che con quell’intervento, se anche ha guadagnato simpatia in ambienti cattolici (e poi non sembra proprio così), ne ha persa sicuramente in altri con un peso elettorale per lui sicuramente superiore. Questo è il mio pensiero. Gliel’ho espresso con sincerità.

Quindi apriamoci agli altri, come dice lei, apriamoci al dialogo, facendo il possibile per riportare dappertutto, anche nel mondo cattolico, un clima costruttivo e non distruttivo. Ce n’è sempre più bisogno, soprattutto dopo il gravissimo fatto di cui è stato vittima il presidente del Consiglio e che al momento sembra non avere insegnato nulla: si litiga come prima, anche in Parlamento.

Andrea Fagioli