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Arabia Saudita: Amnesty, «Frustate all’attivista Badawi sono atto di crudeltà»

«Un feroce atto di crudeltà, proibito dal diritto internazionale». Così si è espresso Said Boumedouha, vicedirettore del programma medio oriente e Africa del nord di Amnesty international, commentando quanto accaduto oggi all'attivista saudita Raif Badawi, sottoposto a frustate all'esterno della moschea di al-Jafali di Gedda, al termine della preghiera del venerdì.

Secondo quanto riferisce Amnesty, che ha appreso la notizia da un testimone oculare, Badawi dopo essere stato fatto scendere da un pullman, è stato portato in catene al centro della piazza e, di fronte al pubblico e alle forze di sicurezza, ha ricevuto 50 frustate consecutive sulla schiena. Dopo 15 minuti, è stato riportato a bordo del pullman. «Ignorando le richieste di annullare la sentenza, le autorità saudite hanno dimostrato un orribile spregio per i più elementari principi dei diritti umani. Badawi è un prigioniero di coscienza, il cui unico ‘reato’ è stato quello di esercitare il diritto alla libertà d’espressione fondando un sito per il pubblico dibattito. Dev’essere rilasciato immediatamente e senza condizioni», ha aggiunto Boumedouha. Nel settembre 2014, Badawi è stato condannato a 10 anni di carcere, 1.000 frustate e un milione di rial sauditi (circa 225.000 euro) per aver insultato l’Islam.