Cultura & Società
Attenti, la pinocchite è tra noi
Già nelle edicole, nelle cartolerie, nei bazar, nelle tabaccherie delle stazioni rispuntano edizioni improbabili del Libro, pupazzi e quant’altro. E poiché è comunque tardi per evitare il peggio, ecco alcuni possibili e scongiurabili casi di pinocchite estrema.
Lo Gatto e La Volpe brokers. La Borsa è inaffidabile? I mercati crollano per colpa (in ordine d’importanza) dell’arbitro Moreno, di Saddam e di Osama? Seppellite i vostri risparmi nel nostro orto. Va bene anche la carta Bancomat, purché non vi dimentichiate il biglietto con il codice a cinque cifre che conservate nel portafoglio, con la carta, per timore di dimenticarvelo. Direte: ma chi è così imbecille da cascarci? Ingenui come Pinocchio, andiamo! Sarà. Intanto migliaia di italiani ci sono fidati di Wanna Marchi e altri migliaia consegnano badilate di euro ai maghi per scrollarsi di dosso le fatture o avere altro denaro da consegnare ad altri maghi e così via.
E se ripensiamo a certi nostri investimenti raccomandateci dalla banca di fiducia, la sgradevole sensazione di aver ficcato i soldi sotto qualche fico non potete non provarla. Ma se proprio insistete, possiamo dare al tutto un tono esotico che lo renda meno incredibile: «Cat&Fox Associated». Fatto.
Ipermercato Balocchi. Altra sgradevole sensazione: il Paese dei Balocchi esiste, l’ho visto e anzi ci sono stato. E nonostante non abbia le orecchie appropriate, mi sento pure un poco asino. Che ci fosse ho cominciato a intuirlo quando un ex cantante e costruttore edile s’è presentato in tv a dirci, come Lucignolo però più ottimista e convincente, che il Paese dei Balocchi l’avremmo avuto qui, tra noi, subito, se l’avessimo votato.
Le sue labbra stillavano promesse; egli stesso veniva dal Paese dei Balocchi, da lui edificato, come ci mostrò in un umile libretto inviatoci a casa. Poiché sappiamo come sta andando a finire, non vi sembra di essere asini, somari, ciuchi? Come quando vai all’ipermercato per comprare due chiodi e ne esci con un trapano a reazione e un set di martelli in titanio, senza sapere bene perché, solo che al momento sembrava un affare da non perdere. Idem.
La stanza di Pinocchio. I girotondi hanno già il fiato corto. I leader della sinistra sembrano non darsene peso e i leader della destra non se ne accorgono, impegnati come sono nei loro personali girotondi in Rai e nelle altre aziende dove si esercita il potere vero, quello che agisce a fondo, giù fin dentro le coscienze? Caro Nanni, è perché non hai trovato il posto giusto dove farli.
E pensare che mentre giravi La stanza del figlio, ad Ancona, ce l’avevi sotto il naso. Pinocchio, ecco la località fatale. Il burattino si chiama così perché a Collodi il nome del sobborgo del capoluogo marchigiano suonò come uno schiocco, rotondo e sonoro come i passi del suo eroe in fuga sul selciato. Pinocchio esisteva prima del libro ed esiste tuttora. Un buon ritiro per dissidenti. «Dove si va?» «Si va a Pinocchio». E vai con le pinocchiate.
E non è finita. Geppetto si vende l’unica giacca per comprare al suo figliolo l’abbecedario, rischiando la polmonite? Oggi c’è chi chiede un prestito all’usuraio per comprare, a se stesso s’intende, l’automobilona o regalarsi una vacanza esclusiva; rischiando l’incravattamento. Pinocchio non vede l’ora di andarsene di casa per farsi i fatti suoi? Oggi a colonne di figlioli non passa per l’anticamera del cervello di andarsene di casa, dove peraltro si fanno i fatti loro. Pinocchio sogna la Fata dai Capelli Turchini? Noi restiamo con il naso incollato alla tv con la Carrà dentro.
La pinocchite è tra noi e non c’è Benigni che possa salvarci.
La vita segreta del padre di Pinocchio
PINOCCHIO, PRATO E CASTIGLION FIORENTINO IN FESTA PER BENIGNI