Banca Monte dei Paschi di Siena ha raggiunto un accordo con Banco Santander per l’acquisto di Banca Antonveneta per 9 miliardi di euro. L’istituto padovano, al centro della celebre battaglia con la Popolare di Lodi di Giampiero Fiorani nell’estate dei ‘furbetti del quartierino’ del 2005, era stata poi conquistata dall’Abn Amro nel settembre di quell’anno e quindi ritirata da Piazza Affari al completamento dell’offerta di acquisto obbligatoria conclusa da Abn nel marzo 2006. L’acquisizione degli oltre 1000 sportelli di Antoveneta porta Banca Monte dei Paschi di Siena a raggiungere, complessivamente, circa 3.100 sportelli, superando con un solo colpo l’obiettivo di 400 sportelli in più, entro il 2009, come previsto dal piano industriale. Già un anno fa il Monte sembrava vicino all’acquisizione della banca veneta e una trattativa, seppure poi smentita, era stata avviata anche con Abn Amro. L’acquisizione di Antoveneta consente poi al Monte di superare il 10% della quota di mercato nel Nord-est, zona che il presidente Mps Giuseppe Mussari aveva più volte definito “strategica” per la crescita sul mercato interno di Rocca Salimbeni, allargando il vantaggio per capitalizzazione e rete di sportelli nei confronti di Ubi Banca e Banco Popolare. L’aumento di capitale da 4,5 miliardi che Mps dovrà realizzare per finanziare il 50% dell’acquisizione di Antonveneta “sarà aperto a tutti gli azionisti”. “Esprimiamo grande soddisfazione per un’operazione che si inquadra perfettamente all’interno delle strategie previste nel Piano Industriale di Gruppo 2006-2009, volte a privilegiare il ruolo aggregante dello stesso ed il mantenimento dell’indipendenza strategica”. Questo il commento, affidato ad una nota, delle segreterie Fabi-Fiba-Fisac-Uilca. “Tale operazione – prosegue la nota – consente di concretizzare in maniera effettiva la costituzione di un terzo polo bancario all’interno del panorama domestico, mettendo al riparo la Banca da speculazioni mediatiche e finanziarie. I lavoratori della Banca e del Gruppo hanno ampiamente contribuito alla realizzazione di questo basilare obiettivo, affrontando con responsabilità i processi di ristrutturazione derivanti dall’applicazione del Piano Industriale”. “Il positivo esito dell’operazione – conclude la nota – conferma la validità del sistema di relazioni sindacali attuato all’interno del nostro aggregato creditizio e la lungimiranza dimostrata dai dipendenti e dal Sindacato nella conduzione di un metodo di lavoro improntato alla concertazione e all’unità di intenti. Nel momento in cui verranno resi noti i dettagli dell’operazione, provvederemo a informarvi tempestivamente, valutando al contempo gli eventuali impatti che ne dovessero derivare”.