Vita Chiesa

BENEDETTO XVI ALL’AMBASCIATORE ISRAELE: DIRITTO A SICUREZZA MA ALLEVIARE SOFFERENZE

“La Santa Sede riconosce la legittima esigenza di sicurezza e di autodifesa di Israele e condanna con fermezza tutte le forme di antisemitismo. Allo stesso tempo dichiara che tutti i popoli hanno diritto alle stesse opportunità per prosperare”. Lo ha detto Benedetto XVI ricevendo oggi il nuovo ambasciatore di Israele presso la Santa Sede, Mordechay Lewy, in occasione della presentazione delle lettere credenziali. “Di conseguenza, – ha affermato il Papa – esorto il governo di Israele a fare ogni sforzo per alleviare le privazioni dei palestinesi, garantendo la libertà necessaria per occuparsi dei loro legittimi affari, inclusi gli spostamenti ai luoghi santi, così che possano godere di maggiore pace e sicurezza. Chiaramente questi argomenti possono essere affrontati solo all’interno del più vasto contesto del processo di pace in Medio Oriente”. Da qui la speranza del Pontefice che “le speranze e le attese nate al vertice di Annapolis non vadano deluse”.

Speranza affinché i negoziati sulle questioni economiche e fiscali, tra Santa Sede e Israele, “giungano presto ad una conclusione soddisfacente” è stata espressa oggi da Benedetto XVI ricevendo le lettere credenziali del nuovo ambasciatore di Israele presso la Santa Sede. Riferendosi agli accordi già raggiunti e ai negoziati ancora in corso con Israele, riguardanti in particolare le esenzioni fiscali, il Papa ha auspicato che queste “vengano integrate nel sistema legale israeliano così da fornire una durevole base per una fruttuosa cooperazione”. Benedetto XVI ha poi ricordato al nuovo ambasciatore il problema dei visti per il personale ecclesiastico. “Sono certo – ha affermato – che farà il possibile per facilitare la soluzione dei problemi in modo accettabile per tutte le parti. Solo quando queste difficoltà saranno superate – ha spiegato Benedetto XVI – la Chiesa sarà in grado di portare avanti liberamente la propria missione religiosa, educativa, morale e caritativa nella terra dove essa è nata”.

“La crescente amicizia tra Israele e Santa Sede” possa contribuire a dare “fiducia alla comunità cristiana” infondendole “la speranza in un futuro di pace e sicurezza nella terra dei suoi avi, senza sentire la spinta a emigrare”. All’incontro, oggi, con il nuovo ambasciatore di Israele, Benedetto XVI ha ribadito tutta la sua “preoccupazione” per il “declino allarmante della popolazione cristiana del Medio Oriente e di Israele a causa dell’emigrazione”. “Naturalmente – ha detto il Papa – i cristiani non sono gli unici a soffrire gli effetti dell’insicurezza e della violenza ma per molti aspetti oggi sono quelli particolarmente vulnerabili”. “I cristiani di Terra Santa – ha spiegato Benedetto XVI – a lungo hanno mantenuto delle buone relazioni” sia con i musulmani che con gli ebrei. “La loro presenza in Israele e l’esercizio libero della missione e della vita della Chiesa hanno la capacità di contribuire in modo significativo a sanare le divisioni tra le due comunità. Invito il suo governo a continuare a cercare strade per sfruttare la buona volontà di cui i cristiani sono portatori” sia verso gli ebrei che i musulmani, popoli che “hanno vissuto e pregato per secoli nella terra che tutte e tre le tradizioni religiose chiamano santa”.

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