Vita Chiesa

BENEDETTO XVI IN PORTOGALLO: NON DARE PER SCONTATO CHE LA FEDE CI SIA

Nonostante non le manchino “figli riottosi e persino ribelli”, è nei Santi che “la Chiesa riconosce i propri tratti caratteristici e, proprio in loro, assapora la sua gioia più profonda. Li accomuna tutti la volontà di incarnare il Vangelo nella propria esistenza”. L’esempio dei santi portoghesi, Verissimo, Massima e Giulia, San Vincenzo, Sant’Antonio, San Giovanni di Brito o San Nuno di Santa Maria, è stato additato da Benedetto XVI alla chiesa lusitana per ricordarle che “chi crede in Gesù non resterà deluso: è Parola di Dio, che non si inganna né può ingannarci”. Nel corso della messa nel Terreiro do Paco di Lisboa, al termine della sua prima giornata di visita in Portogallo, il Pontefice ha affermato (testo integrale) che “fissando lo sguardo sui propri Santi, questa Chiesa locale ha giustamente concluso che oggi la priorità pastorale è quella di fare di ogni donna e uomo cristiani una presenza raggiante della prospettiva evangelica in mezzo al mondo, nella famiglia, nella cultura, nell’economia, nella politica”. Tuttavia, ha avvertito, “spesso ci preoccupiamo affannosamente delle conseguenze sociali, culturali e politiche della fede, dando per scontato che questa fede ci sia, ciò che purtroppo è sempre meno realista. Si è messa una fiducia forse eccessiva nelle strutture e nei programmi ecclesiali, nella distribuzione di poteri e funzioni; ma cosa accadrà se il sale diventa insipido?”. Perché ciò non accada, “bisogna annunziare di nuovo con vigore e gioia l’evento della morte e risurrezione di Cristo. La risurrezione di Cristo ci assicura che nessuna potenza avversa potrà mai distruggere la Chiesa. C’è dunque un vasto sforzo capillare da compiere affinché ogni cristiano si trasformi in un testimone in grado di rendere conto a tutti e sempre della speranza che lo anima”. Il Papa ha ricordato il “glorioso posto che il Portogallo si è guadagnato in mezzo alle nazioni per il servizio offerto alla diffusione della fede: nelle cinque parti del mondo ci sono Chiese locali che hanno avuto origine dall’azione missionaria portoghese”. Così come in passato “oggi, partecipando all’edificazione della Comunità europea, portate il contributo della vostra identità culturale e religiosa”. Al termine della messa nel Terreiro do Paço di Lisboa, Benedetto XVI ha ricordato il monumento a Cristo Re, “quasi nella chiusura delle celebrazioni per i suoi 50 anni”. Eretto alle porte di Lisbona, il Cristo Re nasce come un progetto nazionale con il voto formulato dai vescovi portoghesi che a Fatima, il 20 aprile 1940, si impegnarono a costruire una grande opera dedicata al Sacro Cuore di Gesù se il Portogallo non fosse entrato in guerra. Il voto fu esaudito. “Vorrei additare alle nuove generazioni – ha detto il Papa – gli esempi di speranza in Dio e lealtà al voto fatto, che in esso ci hanno lasciato scolpiti i Vescovi e i fedeli cristiani di allora, in segno di amore e riconoscenza per la preservazione della pace in Portogallo. Di là l’immagine di Cristo stende le braccia all’intero Portogallo, quasi a ricordargli la Croce dove Gesù ha ottenuto la pace dell’universo e si è manifestato Re e servo, perché è il vero Salvatore dell’umanità”. “Nella sua funzione di santuario – ha concluso – diventi sempre più un luogo in cui ogni fedele possa verificare come i criteri del Regno di Cristo siano impressi nella sua vita di consacrazione battesimale, per promuovere l’edificazione dell’amore, della giustizia e della pace con interventi nella società a favore dei poveri e degli oppressi”.Sir