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Brexit: bocciati cinque emendamenti. Spettro di un’uscita senza accordo dalla Ue

Continua l'inverno permanente di Westminster, il braccio di ferro tra parlamento britannico ed esecutivo che rende Brexit un enigma senza soluzione proiettando la Gran Bretagna verso un'uscita senza accordo dalla Ue. Ieri sera i legislatori hanno bocciato cinque emendamenti sul processo di uscita del Regno Unito dall'Unione europea dicendo alla premier che non vogliono cambiare il suo approccio a Brexit.

Fuori da Westminster decine di bandiere britanniche ed europee con scritte a favore o contro la Ue segnalavano l’eccezionalità dell’occasione. Dentro i deputati bocciavano, con 327 voti contro 296, l’emendamento proposto dal leader dell’opposizione Jeremy Corbyn che voleva evitare la rottura senza accordo con la Ue, chiedendo al governo di considerare altre opzioni come una unione doganale permanente. Sconfitto, per 327 voti contro 39 anche l’emendamento di Ian Blackford, leader del partito nazionalista scozzese ai Comuni, che chiedeva una sospensione dell’articolo 50, la legislazione che regola l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea. Più tempo veniva chiesto anche dall’emendamento del conservatore Dominic Grieve, anche lui sconfitto con 321 voti contro 301. Bocciata infine la proposta della laburista Yvette Cooper che voleva spostare dal 29 marzo al 31 dicembre la data dell’uscita del Regno Unito dalla Ue nel caso l’accordo May non venisse approvato entro il 26 febbraio.