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Brexit: Chiese europee (Cec), «l’Europa ha bisogno di una nuova visione»

Alla vigilia del referendum del 23 giugno sull'uscita della Gran Bretagna dall'Unione europea, interviene la Conferenza delle Chiese europee (Cec),organismo che riunisce le Chiese cristiane delle tradizioni ortodosse, protestanti, anglicane del continente.

In questo momento storico l’Unione europea si trova ad «un crocevia». Molte sono le sfide che gli europei stanno affrontando: dalla crisi economica all’euroscetticismo, dalle migrazioni al terrorismo. Ma sono proprio queste sfide a chiedere oggi ai cittadini europei di «lavorare insieme per nutrire la speranza e cercare soluzioni costruttive ai problemi comuni». Ma per farlo, l’Europa ha bisogno di una «nuova visione». Comincia così la «Lettera Aperta» che la Conferenza delle Chiese Europee – organismo che riunisce le Chiese cristiane delle tradizioni ortodosse, protestanti, anglicane del continente – invia alle sue comunità e organizzazioni, per avviare «una discussione sul futuro dell’Europa e sul ruolo delle Chiese in questo processo». La pubblicazione della Lettera avviene – spiegano alla Cec – alla vigilia del Referendum nel Regno Unito del 23 giugno (Brexit) che è «un segno – dicono – delle difficoltà che sta affrontando il continente. Gli sviluppi in Europa verso una maggiore unità e cooperazione che solo fino a qualche decennio fa erano così apprezzati, oggi sono messi in discussione». Tra le sfide elencate nel corposo documento di 20 pagine, le Chiese mettono l’Euroscetticismo. «In molti Paesi membri dell’Ue, l’euroscetticismo è in ascesa. Partiti politici e gruppi propongono ai loro rispettivi Paesi di uscire dall’Unione». La lettera ricorda a questo riguardo i vari referendum di Grecia, Olanda e Ungheria e quello imminente nel Regno Unito.

«Il dilemma tra la sovranità e l’interdipendenza, molto probabilmente, continuerà ad essere discusso in Europa per molto tempo». Nonostante i traguardi raggiunti dall’Europa, l’Ue per molte persone «è diventata un’istituzione meccanicistica e tecnocratica, un progetto di burocrati, sempre più lontana dalle preoccupazioni dei cittadini. Qualcosa d’impenetrabile, d’ingombrante e di costoso. Il sostegno popolare all’Ue è in declino e ciò è aggravato dal fatto che, in numerose occasioni, i leader nazionali attribuiscono all’Ue la responsabilità per ciò che non funziona», si sottolinea ancora nella «Lettera Aperta» della Cec. Di fronte alla situazione attuale, scrivono le Chiese, «abbiamo bisogno di re-immaginare l’Europa come un insieme e riaffermare i valori che sono stati al cuore del suo progetto storico ed hanno realizzato nei 60 anni della sua storia i suoi successivi sviluppi». Sono molte le domande che oggi attendono una risposta: «Quali valori oggi dovrebbero essere al cuore dell’identità europea? Come gestire le tensioni che esistono tra il desiderio di sovranità da una parte e cooperazione europea e diversità culturali dall’altra? Cosa significa futuro dell’Europa ed futuro del continente come insieme?». La Cec lancia così da oggi un processo di consultazione tra le Chiese membro che condurrà all’Assemblea generale del 2018. Le reazioni al documento – che sarà tradotto in varie lingue – dovranno essere inviate entro dicembre di quest’anno e contribuiranno alla preparazione dell’assemblea.