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Brexit: Ue si prepara «a ogni evenienza», anche a un divorzio senza accordo. «Londra decida cosa intende fare»

(Strasburgo) Rammarico, preoccupazione, rinnovata disponibilità al dialogo accompagnata da fermezza: da Strasburgo emergono sentimenti diversi ma una sola linea comune sul Brexit, che chiede a Londra di decidere. Nella sede del Parlamento europeo è in corso un dibattito fra le istituzioni Ue, dopo che ieri sera, circolata la notizia della bocciatura a Westminster dell'accordo per il divorzio dall'Ue, si era già espresso chiaramente il presidente della Commissione: «il tempo è quasi scaduto».

Il negoziatore Ue per il Brexit Michel Barnier ricorda che «mancano 10 settimane al 29 marzo, la data che proprio il governo inglese aveva stabilito per l’uscita dall’Unione, ma nel Regno Unito non emerge una linea. Bocciano l’accordo, ma non hanno una proposta alternativa».

Il dialogo tra le due sponde della Manica proseguirà, ma, dice Barnier, «ora spetta al governo britannico specificare cosa vorranno fare. Noi manteniamo la calma, restiamo uniti e scegliamo ancora dialogo e trasparenza». Tra gli eurodeputati si evidenziano posizioni infastidite: «il parlamento a Londra è diviso, non sa decidere e sta tirando le cose per le lunghe». C’è chi punta a un «no deal», altri suggeriscono un secondo referendum, altri ancora chiedono di dare più tempo per un accordo regolato. Il presidente dell’Europarlamento è esplicito: «Non esiste una maggioranza positiva, in grado di indicare una linea». Syed Kamall, leader dei conservatori, britannico, interviene in aula, gira attorno al problema, ma non fornisce risposte convincenti.

Melania Ciot, a nome della presidenza romena del Consiglio Ue, afferma: «Londra chiarisca, nel frattempo prepariamoci a ogni evenienza, anche a un no deal», al Brexit senza accordo. Guy Verhofstadt, liberale, afferma: «I partiti inglesi collaborino, devono trovare una linea per uscire dall’impasse, il Brexit non è un fatto interno, è un problema nato nel Regno Unito ma coinvolge tutta l’Europa».

Ieri sera l’accordo sul divorzio dall’Ue raggiunto a novembre dalla premier Tory, Theresa May, con Bruxelles è stato bocciato dalla Camera dei Comuni britannica con 432 no contro 202 sì. La ratifica è stata negata con uno scarto di 230 voti, molto pesante per il governo. Sono 118 i deputati conservatori che hanno votato contro l’accordo. Intanto il leader laburista Jeremy Corbyn, che ha parlato di una «sconfitta devastante», ha presentato una mozione di sfiducia al governo Tory. La mozione sarà discussa oggi. Il portavoce del Dup, il partito degli unionisti nordirlandese, ha annunciato che voterà la fiducia a Theresa May. I 10 voti del Dup sono decisivi per assicurare la maggioranza al governo. Concludendo il dibattito ai Comuni, la premier May aveva detto che l’accordo sulla Brexit sottoposto al Parlamento rispetta «la volontà democratica» espressa dal popolo britannico nel referendum del 2016 e apre la strada «a un futuro migliore» per la Gran Bretagna. May ha quindi passato in rassegna le alternative, denunciando un eventuale secondo referendum come uno strumento di divisione per il Paese e un no deal come una soluzione in contrasto con l’interesse nazionale.