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CARITAS: PAPISCA (UNIV.PADOVA), DIRITTI UMANI NON RISPETTATI BESTEMMIA ALLA DIGNITÀ UMANA

“I diritti umani, se confinati allo stadio del mero riconoscimento giuridico-formale, sono ‘diritto morto’, anzi offesa e bestemmia contro la dignità umana”. Perchè “all’insegna di ‘più sicurezza meno libertà’ si registra la perniciosa tendenza a far prevalere interessi e logiche di spregiudicata realpolitik sulle esigenze di sviluppo pacifico e democratico delle società”. Ed è questo il rischio che si sta correndo nel mondo secondo Antonio Papisca, direttore del Centro di ricerca e servizi sui diritti della persona e dei popoli dell’Università di Padova, intervenuto oggi ad Assisi al 32mo convegno nazionale delle Caritas diocesane, in corso fino al 26 giugno sul tema “Animare al senso della verità attraverso le opere: conoscere, curare, tessere in rete”. Paragonandolo all’antico “scempio dei monumenti antichi perpetrato da potenti famiglie romane per la costruzione dei loro palazzi” Papisca ha denunciato “il tentativo in atto di distruggere la meravigliosa costruzione dell’ordine mondiale fondato sul diritto internazionale dei diritti umani”: rilanciando cioè “il primato dell’interesse nazionale” a discapito dei “processi di integrazione sopranazionale”. In questo modo i governi potenti “intralciano la messa in opera del sistema di sicurezza collettiva, teorizzano e fanno le ‘guerre preventive’, alimentano una anacronistica corsa al riarmo (impennatasi a partire dal 2000), usano armi chimiche e di distruzione di massa con buona pace degli espliciti divieti legali”.

Nello specifico “l’amministrazione americana e opportunisticamente dietro di essa non pochi altri governi – ha precisato Papisca – stanno operando per la riappropriazione del diritto di fare la guerra che la Carta delle Nazioni Unite e il vigente diritto internazionale hanno loro sottratto”. In questo “contesto di deliberata illegalità”, secondo Papisca, “il terrorismo trova alimento sostanzioso”. Per contrastare questa “pericolosa deriva” ha invitato a difendere la Carta e le funzioni dell’Onu, lanciare una grande mobilitazione per un disarmo “reale”, lottare per la difesa dei beni pubblici globali come l’acqua, l’ambiente naturale e il patrimonio culturale e artistico dell’umanità”. Riguardo all’Ue Papisca ha messo in evidenza “lo stallo del processo di costituzionalizzazione”, un “fatto estremamente negativo perchè impedisce o comunque ritarda che la Carta dei diritti fondamentali dell’Ue assuma forza giuridicamente vincolante”. E ha attaccato anche la tendenza a far prevalere, a livello lavorativo, la “flexicurity” “il nuovo insidioso disegno di insicurezza e precariato a livello planetario dopo il costoso insuccesso dell’offensiva neo- liberista” . Anche l’Italia non è da meno, per la sua “scarsa o punta ricettività a tradurre i diritti umani nella loro agenda operativa”, anche perchè “non esiste ancora un partito politico che abbia fatto dei diritti umani altrettanti capitoli del proprio programma”.

Sir