Italia

CARTA DIRITTI UMANI: CARD. MARTINO (GIUSTIZIA E PACE), «NON È ANCORA RISPETTATA»

A 60 anni dalla sua proclamazione la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo “non viene ancora rispettata” e anche in quei Paesi che dicono averla accolta. E’ in sintesi quanto ha affermato il card. Renato R. Martino, presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, illustrando oggi ai giornalisti le commemorazioni che avranno luogo in Vaticano per ricordare il 60° anniversario della Carta. “Tanti – ha detto il cardinale – gli articoli che non vengono osservati” portando ad esempio le condizioni dei detenuti in molte carceri di Paesi da lui visitati. “Nelle prigioni tocco con mano che per i nostri fratelli carcerati la Dichiarazione non è mai esistita. Nel carcere di Dar el Salam, in Tanzania, ho visto 6 persone in un cella che aveva spazio solo per due. Ma questa cella – ha aggiunto – non è lontana da noi. Il rispetto dei diritti dell’uomo nelle prigioni è lungi dall’essere messo in pratica da tutti i governi”. Nonostante venga disattesa, ha puntualizzato Martino, “la Dichiarazione non ha bisogno di essere aggiornata. Essa è l’espressione di una convergenza, raggiunta a fatica, di Paesi con diversa estrazione filosofica e storica”. Ogni sfida posta oggi dal multiculturalismo, dalle biotecnologie, dalla crisi economica, dalla globalizzazione può, a detta del porporato, “essere ricondotta ai vari articoli della Carta” che dunque è chiamata ad essere applicata. “E’ proprio la visione del non rispetto della Dichiarazione che ci spinge a promuoverne il rispetto”. Il card. Martino ha inoltre riferito di un suo recente viaggio in Corea del Sud dove ha incontrato il premier al quale ha chiesto l’abolizione della pena capitale, da dieci anni non applicata, ottenendo assicurazioni che questa proposta verrà discussa in sede istituzionale. Parlando poi anche della Thailandia il porporato ha esortato i governi europei a prenderla come esempio nel campo dell’accoglienza dei migranti. “I bambini migranti in questo Paese – ha spiegato – hanno il diritto di frequentare tutte le scuole”.Sir