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CATTOLICI E POLITICA: OLIVERO (ACLI), NON VOGLIAMO RIFARE LA DC

(ASCA) – “Non ci sono ‘balené all’orizzonte, ma il mare si muove. Da diversi mesi si susseguono incontri, dibattiti e iniziative all’interno del mondo cattolico italiano, che denunciano un rinnovato fermento ed una nuova attenzione al contesto politico. A tutto ciò si accompagna ovviamente lo stanco ritornello ‘si sta costruendo la nuova Dc’, che da molti anni si ascolta – come auspicio o come minaccia – ogni qual volta tre cattolici si incontrano fuori da una chiesa”. Lo afferma il presidente delle Acli Andrea Olivero in un articolo scritto per ‘Europa‘, quotidiano di area Pd ed eloquentemente titolato “Non vogliamo rifare la Dc”. “La realtà è più complessa e ben più interessante: associazioni, movimenti, organizzazioni sociali, economiche e sindacali di ispirazione cristiana sono davvero in movimento -dice Olivero- e fortemente interessate a dare un contributo ad uscire dalla drammatica situazione politico sociale attuale, ma le forme di questo rinnovato impegno non sono ancora compiutamente precisate”. è vero, spiega in sostanza Olivero, associazioni e movimenti di area cattolica si sono incontrati più volte uniti dalla “volontàdi incidere nel futuro della politica italiana” ma, ed è questo il punto, “riproponendo innanzitutto la forza del pensiero e dell’elaborazione dei cattolici, secondo il tradizionale schema che vede le organizzazioni laicali luogo formativo ‘prepoliticò“. “Lasciati da parte inutili e velleitari tentativi di ricostruire la Dc, ci si deve invece impegnare -spiega il presidente delle Acli- per rinnovare le modalità di fare politica, di partecipazione dei cittadini. Questo comporta nuove regole, a partire dalla riforma dei partiti e da una nuova legge elettorale – non è un caso che proprio su questo tema si siano pronunciate le Settimane Sociali e recentemente vi siano stati momenti di studio comune tra Acli, Azione cattolica e Agesci – ma anche un nuovo riformismo cattolico”. “Esauritasi la stagione politica del cattolicesimo democratico e sociale, i cattolici debbono rinnovare programmi e linguaggi, senza tradire i valori. Associazioni e movimenti, radicati profondamente nella società, possono dare un contributo decisivo a questo tentativo. Ma i contenuti -prosegue Olivero- devono essere netti: partecipazione, legalità, solidarietà, sussidiarietà – quattro parole cancellate nei fatti dal berlusconismo – debbono tornare al centro, senza moderatismi incomprensibili. Solo così i cattolici potranno essere nuovamente protagonisti, non stampelle o paraventi di nessuno”.Manifesto per la buona politica e per il Bene comune