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CEI, CARD. BAGNASCO: L’ITALIA HA BISOGNO DI UN SOPRASSALTO DI AMORE PER SE STESSA

“Il tempo di Quaresima … interpella noi e tutti i credenti in ordine ad una conversione che per essere vera deve riguardare tutta la persona, a partire dal cuore in senso biblico, e quindi deve toccare gli orizzonti di senso, i criteri di giudizio, le scelte concrete”: è uno dei pensieri di apertura della prolusione con la quale il card. Angelo Bagnasco, presidente della Cei, ha aperto questo pomeriggio i lavori del Consiglio episcopale permanente. Dopo aver ricordato la pratica cristiana dell’elemosina, oggetto del Messaggio di Papa Benedetto XVI per la Quaresima 2008, ha affermato che “l’attività caritativa occupa e deve sempre più occupare un posto centrale nella missione evangelizzatrice delle nostre Chiese”. Ha poi collegato il “dinamismo pastorale” della Chiesa al suo “gradimento” riscontrato attraverso “ricerche sociologiche o rilevazioni demoscopiche”, notando che “non dobbiamo mai dimenticare quel ‘quid’ che è l’azione del mistero cristiano nelle anime”. “La vera Chiesa – ha detto a questo riguardo – la Chiesa del profondo … è quella delle anime: al suo risveglio noi operai del Vangelo ci dedichiamo senza tregua, contando tuttavia – e primariamente affidandoci – sul lavoro della Grazia”.

“Il secolarismo di impronta occidentale, diverso e forse più subdolo di quello marxista, presenta segni che non possono non preoccuparci”: questo pensiero di Benedetto XVI, espresso ai vescovi della Slovenia il 24 gennaio, è stato riproposto dal card. Bagnasco per sottolineare che “bisogna rispondere alla cultura materialistica ed edonistica con una coerente azione evangelizzatrice che parta dalle parrocchie”. “Parrocchie e diocesi – ha poi detto – che, nel quadro di una pastorale integrata, si lascino arricchire dalla presenza vivificante dei movimenti e delle aggregazioni ecclesiali, in ordine all’unica e multiforme missione della Chiesa”. Circa i giovani che si apprestano, in Italia come in tanti altri Paesi, a muovere verso Sidney dove nel luglio prossimo si terrà la XXIII “Giornata mondiale della gioventù”, ha sottolineato che “come italiani, reduci dall’indimenticabile Agorà di Loreto, abbiamo un dovere più grande di accompagnare fin laggiù il Papa”. A proposito degli “umanesimi” che si confrontano nei paesi occidentali, ha aggiunto che “la vaghezza dell’impegno morale, la fragilità o la banalità di troppe proposte pseudo-educative certamente non permettono quell’urgente e positivo impegno nell’educazione che, quando viene meno, porta anche alla disaffezione verso la comunità e alle appartenenze deboli che ne derivano”.

Passando poi a trattare di comunicazioni sociali e di impegno educativo, ha rilevato “le possibilità abissali di male, possibilità che prima non esistevano”, citando la «Spe salvi», e aggiungendo che i media “incidono profondamente su tutte le dimensioni della vita umana”. Si colloca in questo ambito “la de-regulation educativa” dei nostri tempi, – ha detto – con la scarsa attenzione della società “alle persone fragili, ai malati inguaribili, a quelli terminali, e alle rispettive famiglie, che rischiano nei momenti di più acuta difficoltà, di essere travolte”. Parlando del rapporto uomo-donna, ha aggiunto che “ricordare la via maestra del generare non deve essere letto come un gesto di ostilità verso chicchessia”, ma come riproposizione “dell’unità-duale dell’uomo e della donna, quale criterio di dignità per ogni persona, che in questa chiave evita qualsiasi impoverimento, ma anche ogni differenza abissale e conflittuale”. Il card. Bagnasco è poi passato a riflettere sulle imminenti elezioni, auspicando “che la circostanza si riveli un’occasione di crescita morale e civile”, e dicendo che “l’Italia ha bisogno di un soprassalto di amore per se stessa, per ricomprendere le proprie radici e dare slancio al proprio avvenire, interpretando adeguatamente il proprio compito nel concerto delle nazioni”.

“Il non coinvolgimento come Chiesa, e dunque come clero e come organismi ecclesiali” a proposito delle elezioni – ha aggiunto il card. Bagnasco – “è, a ben guardare, il contrario del disinteresse e del disimpegno, ma è un contributo concreto alla serenità del clima, al discernimento meno distratto, alla concordia degli animi”. Ha poi aggiunto parole sul “rischio di scelte politiche e legislative che contraddicono fondamentali valori e principi antropologici ed etici radicati nella natura dell’essere umano, in particolare riguardo alla tutela della vita umana … e alla promozione della famiglia fondata sul matrimonio”. A quest’ultimo riguardo, invita ad evitare “di introdurre nell’ordinamento pubblico altre forme di unione che contribuirebbero a destabilizzarla, oscurando il carattere peculiare e il suo insostituibile ruolo sociale”, aggiungendo che non deve “destare meraviglia o scandalo se la Chiesa ribadisce i valori morali che scaturiscono dalla fede cristiana”. Il presidente dei vescovi ha aggiunto che “la Chiesa apprezza il grande bene della ragione e – soprattutto oggi – la difende sia da pretese razionalistiche, che vorrebbero restringerne gli orizzonti, sia dalla presunzione di certi fideismi che facilmente evitano la fatica del pensare”.

Nella parte conclusiva della prolusione, il card. Bagnasco ha parlato di una “serie di rischi – che diremmo oggi − non negoziabili, in quanto minano il bene costitutivo della persona, ossia ‘tutto ciò che è contro la vita stessa, come ogni specie di omicidio, il genocidio, l’aborto, l’eutanasia e lo stesso suicidio volontario (..) tutto ciò che offende la dignità umana, come le condizioni disumane di vita, le incarcerazioni arbitrarie, le deportazioni, la schiavitù, la prostituzione, il mercato delle donne e dei giovani, o ancora le ignominiose condizioni di lavoro”. Ha poi rilevato “le attese più urgenti e i problemi indilazionabili che la popolazione avverte con crescente disagio e per i quali attende risposte credibili, concrete e rapide. In estrema sintesi e semplificando potremmo parlare del ‘problema della spesa’ – ha detto, facendo riferimento all’esigenza di “aumento dei salari minimi, alla difesa del potere d’acquisto delle pensioni, dall’emergenza abitativa alle iniziative di sostegno della maternità, dalle misure per una maggiore sicurezza nei posti di lavoro, al miglioramento di alcune fondamentali infrastrutture a servizio anche dei pendolari”. Ha quindi auspicato che “all’indomani del voto ci (sia) una spinta convergente, nel rispetto dei ruoli che il corpo elettorale vorrà assegnare, per affrontare realmente queste situazioni”.

Sir