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CEI, MONS. CROCIATA: DISASTRO ANTROPOLOGICO, FERMIAMOCI IN TEMPO

“L’invito e la sollecitazione in favore delle giovani generazioni, espressa nel Consiglio permanente di Ancona, giunge a tutti noi e ci chiama a uno sguardo sul futuro. Noi confidiamo che questa preoccupazione per le giovani generazioni sia come uno stimolo e una provocazione a fermarci in tempo, prima che questo disastro antropologico degeneri ancora di più, fermarci tutti in tempo”: lo ha detto oggi a Roma, durante la conferenza stampa conclusiva sui lavori dello stesso Consiglio episcopale permanente, il segretario generale della Cei, mons. Mariano Crociata. Parlando del tema educativo cui è dedicato il decennio con gli Orientamenti pastorali, mons. Crociata ha sottolineato che “questo appello accorato mi pare esprima anche il senso del messaggio che viene dalla prolusione del Presidente della Cei e dalle parole dei vescovi nel consiglio permanente oltre che dal comunicato finale che abbiamo presentato”. Mons. Crociata ha poi aggiunto che “accanto alle attività di tipo pedagogico in favore delle giovani generazioni, c’è anche un servizio che si esplica con l’esempio da parte di coloro che sono già adulti. Chi ha maggiori responsabilità ha un maggiore impegno a risultare esemplare nel suo comportamento e nella sua vita, affinché le giovani generazioni crescano secondo un modello di autentica riuscita in umanità”.Sollecitato da domande dei giornalisti sulla situazione del momento in campo politico, mons. Crociata ha affermato: “Tutti siamo chiamati ad avere piena coscienza dei problemi presenti a vari livelli nel Paese, ma al tempo stesso siamo invitati a mantenere una pacatezza ed un equilibrio nel giudizio, tanto più quanto il clima si fa più teso”. Questa “pacatezza” – ha proseguito il segreterio generale della Cei, “è necessaria perché non si compiano passi e scelte basate su emozioni ed atteggiamenti non ben ponderati”. Il vescovo, riferendo anche dell’insieme degli interventi dei presenti al Consiglio permanente svolto ad Ancona nei giorni scorsi, ha affermato che “se manca la serenità che fa vedere lucidamente e decidere cosa fare” si rimane avvolti “nel clima di tensione, di rissa continua, di conflittualità, di tensione costante vissuto in questi ultimi tempi”. “Invece – ha sottolineato – occorre sviluppare la capacità di uno sguardo oggettivo, non parziale, un giudizio che orienti poi l’azione di ciascuno, secondo la propria specifica personale responsabilità, nella direzione del ripristino e della costruzione del bene comune atteso dal Paese”.Rispondendo alla domanda se la Chiesa si preoccupi soprattutto di tematiche etiche, quali aborto ed eutanasia, mons. Crociata ha affermato che “la Chiesa non chiede soltanto attenzione su alcuni temi. Certamente sottolinea come la disattenzione ad alcuni temi che toccano l’identità dell’uomo è strettamente legata poi con una gravità e causalità di portata ben maggiore, con responsabilità, impegni e doveri che riguardano la vita sociale”. “Quindi – ha proseguito – non c’è una separazione tra questi diversi ambiti, c’è invece un guardare insieme che stabilisce una gerarchia, ma non annulla il valore e la connessione alle dimensioni importanti della vita e dell’identità della persona umana, con le proprie responsabiltà personali”. “Da questo punto di vista – ha poi affermato riferendosi a una domanda sul federalismo – questo rappresenta un banco di prova significativo per una attenzione a tutte le esigenze. Abbiamo sempre detto che occorre salvaguardare l’unità nazionale e l’attenzione al territorio, senza lasciare una parte del Paese abbandonata a se stessa. Col federalismo ognuno deve mettersi in gioco ed assumersi le proprie responsabilità, perché nessuno ha diritto di attendere soltanto dal centro, ma deve impegnarsi perché le risorse che arrivano trovino un impegno per lavoro e per la responsabilità civica conseguente”.Alla notizia dell’ultima ora, riferita da un giornalista, sul coinvolgimento del card. Sepe, insieme ad altre persone, in una inchiesta per presunti casi di corruzione aggravata, il segretario generale della Cei, mons. Mariano Crociata ha detto: “Esprimo solidarietà al card. Sepe e ho fiducia che le accuse che lo riguardano e che sono state sollevate non tocchino la sua persona e la sua situazione. In ogni caso, la fiducia è espressa anche nei confronti della magistratura e le cose saranno chiarite nelle sedi e nelle modalità giuste”.Sir