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Consulta interreligiosa: Dichiarazione per la pace tra le culture

Pubblichiamo il testo integrale della Dichiarazione per la pace tra le culture, approvata il 4 ottobre 2006 dalla Consulta per il dialogo interreligioso e la pace tra le culture istituita in Toscana, in base alla legge regionale 30 luglio 1997 n. 55. Insediata nella primavera del 2006 l a Consulta è composta dai rappresentanti delle dieci province, da cinque rappresentanti della chiesa cattolica, da sei rappresentanti delle chiese cristiane, da cinque rappresentanti delle comunità ebraiche, da cinque rappresentanti delle comunità musulmane e da un rappresentante per ciascuna delle altre confessioni religiose presenti nel nostro territorio. La Consulta per il dialogo interreligioso e la pace tra le culture, promossa dalla Regione Toscana, dichiara : a) il dialogo tra le confessioni religiose è un contributo necessario all’incontro delle civiltà, che è la via per l’unità del mondo. b) la pace tra le culture come pieno riconoscimento dell’altro e suo rispettoso ascolto, come accoglienza e valorizzazione della fecondità di tutte le tradizioni religiose e’ da perseguire ostinatamente e coraggiosamente. c) la memoria delle grandi tragedie del mondo, dal genocidio degli armeni, alla Shoa, a Hiroshima, alla barbarie dei totalitarismi, al terrorismo, alle guerre di oggi, al colonialismo, allo sterminio per fame, per sete e per motivi etnici, specialmente in Africa, alla distruzione dell’ambiente, sia custodita dall’impegno di tutti, senza nessuna negazione, derisione e banalizzazione. d) la riconciliazione del mondo rappresenta il vero scopo del dialogo interreligioso. Essa non nasce dall’oblio, ma dalla memoria. Senza verità e giustizia non c’è riconciliazione. e) la fraternità diventi il fondamento dell’incontro tra le diverse confessioni religiose. Siamo chiamati a cercare ciò che unisce e non cioò che divide. Senza fraternità non c’è futuro. f) la conoscenza e la comprensione serena e profonda di ciascuna confessione religiosa è lo strumento per sconfiggere i pregiudizi che alimentano estremismi religiosi e politici. g) il perdono è una grande parola religiosa e politica. La violenza, il terrore e la guerra non sono mai santi. Chi uccide in nome di Dio lo nega in radice. Non c’è pace senza perdono. h) l’ascolto delle vittime di ogni violenza genera la pace. Essa è la vera sfida per le confessioni religiose. Va condannata ogni forma di persecuzione religiosa, di razzismo, di antisemitismo e di anti-islamismo. Va rifiutata ogni violenza sulle donne e sui bambini. Mai si può ridurre la fede religiosa a giustificazione della violenza. i) la libertà religiosa è un valore primario della nostra Costituzione che si intende rispettare e realizzare come uno dei fondamenti della nostra vita comune, là dove sono affermati i diritti di tutti e i doveri di ciascuno. l) la parola di ciascuna confessione religiosa sia usata sempre nel rispetto delle altre. Nel silenzio c’è lo spazio dell’ascolto dell’altro e la purificazione della parola. Nasce da qui il rifiuto dell’inimicizia e l’affermarsi dell’incontro, come luogo della pace. Firenze 4 ottobre 2006 – Giornata della pace, della fraternità e del dialogo interreligioso