Toscana

Coronavirus, l’Agenzia Regionale di Sanità scatta una fotografia della Toscana e annuncia l’avvio verso la fase 3

La Toscana si avvia verso la fase 3. Ad annunciarlo l’Agenzia Regionale di SanitàArs, che a distanza di un mese scatta una fotografia sull’andamento della fase 2. La situazione in Toscana è del tutto favorevole: nell’ultima settimana sono emerse 47 nuove diagnosi: in media 6,5 al giorno. Ad oggi, tra operatori sanitari e popolazione generale sono stati effettuati quasi 170.000 test sierologici, più di quanti ne preveda la nuova indagine coordinata da Istat su di un campione di popolazione italiana che si è avviato 10 giorni fa.

Nonostante non stia emergendo un numero considerevole di nuovi positivi, il sistema dei laboratori continua ad assicurare la media di 3.000 tamponi ogni giorno. Gli stati clinici dei nuovi casi sono sempre più spesso asintomatici (quasi il 90% nell’ultima settimana). I casi sono quindi intercettati facilmente, e tracciati in modo efficace i loro contatti.

A preoccupare è ciò che avverrà con l’apertura di regioni dove ancora la curva dei contagi è molto alta. Nei nostri ospedali infatti si chiudono i reparti di terapia intensiva e si riducono i posti letto dedicati ai pazienti Covid, questo, fa notare l’Ars, permette di fare alcune considerazioni rispetto a quella che è stata la gestione dei casi in Toscana.

In Toscana si è probabilmente seguito maggiormente i pazienti sul territorio, pazienti che progressivamente si sono caratterizzati di più per stati clinici asintomatici e/o pauci sintomatici. Solo la casistica più grave è stata quindi indirizzata verso il ricovero, con un maggiore utilizzo delle terapie intensive rispetto alle altre regioni. Le terapie intensive sono state utilizzate anche verso casistiche che avrebbero potuto essere trattate in reparti Covid ordinari, ma che i nostri clinici hanno gestito in maggiore sicurezza all’interno dei reparti di terapia intensiva.

Rispetto alla presa in carico territoriale, l’Agenzia Regionale di Sanità ricorda anche che, oltre ai servizi dei Dipartimenti di Prevenzione, la Regione Toscana ha attivato le cosiddette Usca – Unità speciali di continuità assistenziale in gradi di raccogliere tramite app, i parametri vitali dei pazienti a domicilio e di registrare in tempo reale tutte le prestazioni erogate.

Per quanto riguarda i soggetti con maggiori rischi di contrarre il virus, dalle analisi dell’Ars emerge come l’effetto età sia molto forte, con un progressivo aumento per le classi più elevate: già a partire dai 65 anni, il rischio aumenta di almeno due volte e di fatto raddoppia al passaggio da una classe all’altra.

Lo studio dell’Ars entra poi sulla supposta minor carica virale del coronavirus, che al momento non è confermata in vitro. Una teoria su cui può in realtà aver influito una maggiore conoscenza delle terapie che hanno un impatto in tempi precoci sulla malattia, permettendo ai soggetti lievi di non declinare verso stati clinici gravi.

“Al di là della numerosità dei casi, che potrà oscillare nei prossimi giorni grazie al maggiore movimento delle persone e alla totale riapertura avvenuta – conclude Fabio Voller, coordinatore dell’Osservatorio di epidemiologia dell’Ars Toscana – tutti gli indicatori epidemiologici a nostra disposizione restituiscono una fotografica confortante rispetto alla diffusione dell’epidemia nella nostra regione. Ovviamente dobbiamo passare un messaggio di attenzione alla popolazione, soprattutto su elementi talvolta ancora presi poco in considerazione come il costante lavaggio della mani (oltre all’utilizzo della mascherina in ambienti chiusi). Ora che la mobilità è stata ripristinata in tutta la penisola, serve continuare a monitorare l’eventuale emergere di nuovi focolai e di nuovi casi gravi, eventuali sentinelle di una nuova recrudescenza dell’infezione”.