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CRISI FINANZIARIA: BARROSO (COMMISSIONE UE), «VERSO UNIONE BANCARIA»

(Sir Europa – Bruxelles) – In soli tre anni, fra ottobre 2008 e ottobre 2011, gli Stati Ue hanno dovuto «iniettare» fondi nel sistema bancario europeo per una cifra che raggiunge i 4.500 miliardi di euro, equivalenti al 37% del Prodotto interno lordo comunitario. Pochi numeri, sufficienti per spiegare il peso cella crisi bancaria sull’economia continentale a partire dalla recessione originatasi negli Stati Uniti. La crisi finanziaria «ha messo in luce l’inadeguatezza degli strumenti di cui dispongono le autorità pubbliche per gestire le crisi delle banche che operano sui mercati mondiali», si legge in una nota della Commissione Ue, che sottolinea come l’instabilità degli istituti di credito è ricaduta sui contribuenti e sulle finanze statali, senza risolvere «il problema di come gestire le difficoltà delle grandi banche internazionali». Per questa ragione il Collegio dei commissari ha presentato una serie di proposte, con interventi e norme a livello Ue, «per il risanamento delle banche» e la prevenzione futura e la risoluzione delle crisi bancarie. Gli strumenti individuati, che ricalcano e danno organicità a quelli assunti in alcuni Stati Ue, sono di tre tipi: «prevenzione», «intervento precoce», «risoluzione delle crisi». Un ampio documento della Commissione illustra nel concreto queste diverse strategie. Il presidente della Commissione, José Manuel Barroso, afferma: «L’Unione europea sta attuando a pieno gli impegni assunti nel quadro del G20. A due settimane dal vertice di Los Cabos» (18-19 giugno), la Commissione «presenta una proposta che contribuirà a tutelare i contribuenti e le nostre economie dagli effetti di eventuali dissesti bancari futuri». Le indicazioni provenienti dall’Esecutivo segnano «un passo fondamentale verso l’unione bancaria nell’Ue e responsabilizzerà il settore bancario. Contribuirà così ad assicurare in futuro stabilità e fiducia» a livello dei 27, «in un momento in cui operiamo per rafforzare e integrare ulteriormente le nostre economie interdipendenti». Fra le linee individuate dalla Commissione figura la disponibilità, da parte delle autorità bancarie, di strumenti utili a «intervenire con decisione sia prima che i problemi si verifichino, sia quando sono già in atto, ma in fase precoce». Inoltre, «se la situazione finanziaria di una banca si deteriora irrimediabilmente, la proposta garantisce il salvataggio delle funzioni essenziali di quest’ultima, evitando però che i costi della ristrutturazione e della risoluzione delle crisi delle banche in dissesto ricadano sui contribuenti, facendoli invece ricadere sui proprietari e sui creditori della banca». (Sir)