Italia

Crollo ponte Morandi: il sindaco Bucci commissario straordinario

«La scelta del commissario per la ricostruzione, il sindaco Bucci, è una scelta molto sensata e condivisa – ha commentato il governatore della Liguria, Giovanni Toti – . Gli enti locali sono entrambi interessati dalla gestione della città com’é giusto che sia e resta in capo alla Regione il commissariato per il superamento dell’emergenza». È «un riconoscimento al ruolo ben fatto degli enti locali e della città, con il governo c’è stato un dialogo serrato, un buon dialogo, magari ogni tanto un pò brusco ma andiamo avanti», ha sottolineato ancora.

Mentre si moltiplicano auguri e congratulazioni da destra a sinistra per la nomina del primo cittadino, la base pentastellata genovese inizia a rumoreggiare. D’altronde, sia il premier Giuseppe Conte che il vice Luigi Di Maio avevano più volte assicurato che il commissario per la ricostruzione non sarebbe stato un amministratore locale né tantomeno un genovese e preferibilmente non un politico. Un intendimento venuto meno già da quando era iniziato a circolare il nome di Claudio Andrea Gemme. Ma la sua eccessiva sovraesposizione, nonché i possibili conflitti di interesse per la posizione ricoperta all’interno di Fincantieri -in pole position per la ricostruzione- e la casa di proprietà dei genitori all’interno della zona rossa, hanno di fatto portato a una quasi immediata bruciatura. Messo da parte Gemme, ricevuto il «no, grazie» da Giuseppe Zampini, registrati i dubbi di Roberto Cingolani, non rimanevano molte frecce nelle faretre di Conte, Di Maio e Salvini. Eppure la scelta di Bucci continua a stupire. Il sindaco, come il governatore Toti, non ha mai lesinato critiche al decreto: «Se mi chiedono di fare il commissario non posso certo tirarmi indietro- aveva detto nei giorni scorsi il primo cittadino- ma di certo con questo decreto non si può lavorare».

E soprattutto Bucci ha sempre manifestato una certa preferenza per il coinvolgimento di Autostrade nella ricostruzione del ponte, possibilità invece esclusa dal decreto. Se c’é chi vede in questa scelta una mossa strategica del governo per frenare le critiche sempre più incessanti di Regione e Comune e magari reindirizzare proprio contro Toti e Bucci il malcontento serpeggiante dopo la pubblicazione del decreto, per il momento tra i grillini prevalgono i «mugugni» soprattutto per non essere praticamente mai stati consultati. Ma, si sa, dice un amministratore, «non brilliamo certo in comunicazione, interna o esterna che sia. Per non attirarci critiche, ci diamo la zappa sui piedi da soli».