Prato

Ecco il nuovo volto della Prato che cambia

Diminuisce la presenza di cittadini cinesi e albanesi in centro storico, mentre la zona di via Cavour/via Curtatone parla sempre più straniero, con quasi la metà degli abitanti che arriva da oltre confine. E poi, ancora, novità sul fronte economico, con la manodopera italiana qualificata che si fa strada all’interno delle nuove aziende orientali.La popolazione pratese invecchia: grazie alla crescita della componente straniera, tuttavia, Prato continua a rimanere l’area provinciale più «giovane» della regione.Segnali negativi, poi, per quanto riguarda il livello di istruzione: sono pochi i diplomati e i laureati e troppo alto risulta, ancora, il tasso di abbandono scolastico. Cresce inoltre il tasso di disoccupazione, che passa dal 5,9% del 2013 al 9,4% del 2014. Un terzo della popolazione ha un reddito molto basso.Sono oltre 16mila i residenti cinesi (8,5%), quasi 5mila quelli di nazionalità albanese, 3.400 i rumeni e oltre 2mila i residenti pakistani.Il cuore della città parla sempre più nigeriano e pakistano. La zona via Cavour/via Curtatone sale sul podio per concentrazione di stranieri. Sempre meno residenti cinesi e albanesi in centro storico, dove crescono invece gli alloggi di pakistani e nigeriani.La comunità orientale continua a prediligere l’area del Macrolotto Zero e del Macrolotto Uno: tra la fine del 2010 e l’inizio del 2015 si è rafforzato ulteriormente il processo di concentrazione cinese nell’area, in particolare sull’asse via Filzi-via Pistoiese.Da segnalare anche il «primato» di via Cavour/via Curtatone, l’area con la più elevata concentrazione di popolazione straniera residente sul totale, pari al 42,7%. A prevalere sono, anche qui, i cittadini dagli occhi a mandorla: il 30% circa.La crisi del lavoro colpisce gli italiani e gli stranieri di nazionalità diversa da quella cinese. Nel 2014 gli italiani registrano un saldo avviamenti/cessazioni negativo di 2.187 unità e gli stranieri di origine non cinese una perdita di 1.103 unità. Gli orientali, al contrario, rilevano un saldo positivo di 1.766 unità, in netta controtendenza rispetto all’andamento generale.Il nuovo volto del lavoro pratese: professionisti italiani assunti da imprenditori cinesi. Non più solo lavoratori orientali alle dipendenze di manager pratesi.«Abbiamo analizzato le prime 100 aziende cinesi per capitalizzazione nel distretto e le abbiamo incrociate con i dati del Centro per l’Impiego relativi agli avviamenti – sottolinea Andrea Valzania di Iris -. In questo modo è stato possibile vedere come il 19% degli avviamenti, tra il gennaio 2010 e il giugno 2015, abbia riguardato cittadini italiani, non solo nel tessile ma anche nell’alberghiero e nel settore immobiliare. Questo significa che ci sono dipendenti italiani nelle imprese cinesi e che sono, tra l’altro, qualificati».