Toscana

Estetica e benessere, 30 euro al mese per famiglia

di Ennio CicaliConsumi necessari: acconciatori, manicure e pedicure, istituti di bellezza e per il benessere fisico sono diventati, per larga parte della popolazione, appuntamenti fissi. L’Istat stima che nel 2003 ogni famiglia abbia speso per questi servizi 29,5 euro al mese, con un’incidenza media sulle spese familiari dell’1,3%. L’«artigianato dell’estetica» riesce a contenere le difficoltà che attraversa il tradizionale artigianato toscano, adeguandosi alle esigenze della società: a fine marzo 2006, il settore contava in Toscana 9.007 imprese, il 93% delle quali a carattere artigianale che danno lavoro a due, tre persone al massimo.

Secondo una ricerca dell’Osservatorio Regionale Toscano sull’artigianato, in collaborazione alla Regione, Cgil, Cisl e Uil, Cna e Confartigianato, la componente artigiana dei servizi alla persona occupa in Toscana 16 mila 536 persone. In pratica, 4,7 addetti ogni 1.000 residenti, numero superiore alla media nazionale e il più alto tra le regioni. Particolarmente elevato il dato pistoiese con 5,6 addetti seguito da Lucca, Prato, Arezzo e Firenze. Inferiori alla media regionale le province di Grosseto, Livorno e Massa Carrara, Solo a Pistoia (probabilmente in connessione con le attività termali di Montecatini) si nota una relativa specializzazione territoriale.

Nel comparto artigiano pesa di più il microsettore dell’acconciatura – quello tradizionale di barbieri e parrucchieri – rispetto a quello dell’estetica (istituti di bellezza, manicure e pedicure, centri per il benessere fisico). Il primo raggruppa la maggior parte di unità locali (84,5%) e degli addetti (85,6%) del settore. Tra i servizi offerti, i parrucchieri maschili si distinguono principalmente per il taglio, mentre colorazione, permanente e messa in piega, rappresentano invece la caratteristica principale dei saloni femminili. Aziende in crescita, soprattutto nel comparto dell’estetica, le più innovative, che prevedono fatturato in aumento. A livello territoriale le più attive si trovano nelle province della Toscana centrale (Firenze, Prato e Pistoia).

I servizi al benessere a carattere artigianale si caratterizzano per una buona capacità di adeguarsi ai repentini cambiamenti delle tendenze della moda. Tra i fattori di cambiamento che hanno messo in crisi le unità del settore, vi è l’ingresso di aziende in franchising, situate in centri commerciali e strutture della grande distribuzione. Alle difficoltà, le imprese, specie quelle più dinamiche o innovative, hanno reagito adeguandosi alle richieste del mercato, soprattutto nelle acconciature, oppure con strategie di razionalizzazione, contenimento dei costi, dei tempi di attesa dei clienti (soprattutto le imprese dell’estetica).

Dalla indagine emerge come il ruolo dell’imprenditore artigiano è sempre più complesso e lontano dalla semplice abilità manuale, mentre assume sempre più importanza il consolidamento del rapporto con la clientela (ma anche con i dipendenti) che resta un punto di partenza insostituibile.

«Il settore si muove in controtendenza manifestando una sostanziale tenuta rispetto alle difficoltà che da tempo caratterizzano l’artigianato toscano – spiega il vicepresidente di Unioncamere Toscana Luca Marco Rinfreschi –. Occorre per questo riqualificare e rinnovare le strutture organizzative e le competenze imprenditoriali delle aziende, soprattutto in termini di formazione per gli imprenditori e i loro dipendenti, ragazzi e ragazze, che possono contribuire alla crescita del settore attraverso la loro creatività».