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Via degli Abati, ora c’è la guida

Giunta in questi giorni in libreria, presenta appunto l’importante novità delle descrizione del percorso nei due sensi di marcia, ma sancisce soprattutto la definitiva consacrazione di un percorso che negli ultimi tempi ha riscosso sempre più interesse, rappresentando tra l’altro un’interessante variante montana della Francigena, più faticosa rispetto al percorso ufficiale per i tanti saliscendi ma al tempo stesso più breve (8 tappe contro le 9 per complessivi 216 km attraverso la zona della Via Emilia e la Cisa) e senza dubbio molto bella e suggestiva.

Il percorso, come si legge in quarta di copertina, si snoda «attraverso gli Appennini sulle orme degli abati di San Colombano: dalle colline dell’Oltrepò pavese e delle valli piacentine del Trebbia e del Nure, a quelle parmensi del Ceno e del Taro, fino alla val di Magra» toccando «località storiche suggestive come Bobbio, con la sua celebre abbazia, il castello medievale di Bardi e Pontremoli, in alta Lunigiana».

Ma la Via degli Abati è anche e soprattutto l’occasione per riscoprire la figura di San Colombano, il monaco irlandese del VII secolo che, come ricordano gli autori della guida, «al termine della sua “peregrinatio pro Domini” per tutta Europa» si stabilì a Bobbio dove fondò una celebre abbazia e dove tuttora sono conservate le sue spoglie mortali. Non a caso, l’intento che li ha mossi a realizzare la guida «è stato quello di far sì che, a distanza di secoli, i passi di nuovi pellegrini facciano risuonare quelli di chi li ha preceduti, in particolare quelli di San Colombano, e contribuiscano così a riportare in vita la memoria di un grande personaggio e della sua spiritualità». Mentre il tratto da Pavia a Bobbio, precisano ancora i tre autori, «si snoda lungo il percorso fatto dagli Abati nel 929 in occasione della traslazione delle spoglie di San Colombano», quello da Bobbio a Pontremoli «ripropone il tracciato seguito dagli Abati per recarsi dal Papa a Roma».

Luciano Mazzucco, Niccolò Mazzucco e Guido Mori, pellegrini compostellani e romei e appassionati camminatori, possono essere maggiormente conosciuti attraverso il loro sito www.cronachedicammini.com, da dove può essere scaricata anche la pubblicazione semestrale «Cronache di cammini».