Toscana

Firenze, Mattarella benedice l’Expo: tutto indica risultato positivo

A 34 giorni dall’inaugurazione, mentre nel cantiere sono al lavoro più di seimila operai per cercare di finire tutto in tempo, l’Expo 2015 sposta l’attenzione sui contenuti della manifestazione, cioè la nutrizione sostenibile e il ruolo dell’Italia. Lo fa con una due giorni a Firenze, chiusa dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che il primo maggio non parteciperà al taglio del nastro, ma che non ha fatto per questo mancare il suo sostegno alla manifestazione: in queste giornate «affannose», «tutto sembra indicare» che il risultato «sarà positivo».

Del resto, ha continuato Mattarella, «non può andare delusa la sfida rappresentata dall’approfondimento di sistemi, infrastrutturali e logistici, complessi; in grado di rappresentare veri e propri hub di innovazione, preziosi e di traino per lo sviluppo».

Il presidente ha sottolineato che in gioco c’è, tra l’altro, la possibilità di cambiare «l’immagine dell’Italia che viene sovente proposta» quella di «un Paese di sommi cesellatori. In altri termini chiamati a lavorare sul lavoro altrui, capaci di perfezionarlo, non è adeguata. La cultura plurisecolare che si è sedimentata in Italia non è soltanto questa ma, specie in ambito artistico, si è caratterizzata per il coraggio della discontinuità dunque dell’invenzione, della progettazione ex-novo, della ricerca oltre i confini conosciuti».

Gli italiani, ha garantito poco prima il commissario unico del governo per Expo 2015, Giuseppe Sala, dimostreranno capacità di saper fare «un evento memorabile».

Una fiducia già dimostrata, a suo parere, anche dall’interesse di Paesi europei come Francia, Regno Unito e Olanda per aggiudicarsi l’edizione del 2025, dopo due edizioni in Asia e quella del 2020 a Dubai.

Quanto ai lavori, in particolare quelli dell’area del sito espositivo dove saranno presenti la Regione Lombardia, Coldiretti e una mostra di Confindustria, ha provato a rassicurare: «E una delle parti un po’più indietro. In questo momento stanno lavorando sulla parte italiana, sui tre padiglioni ed il cardo, 500 persone. Abbiamo quindi rafforzato notevolmente il numero delle persone quindi ci stiamo rimettendo a posto».

Messaggi di fiducia anche dal ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, che dopo l’Expo «delle idee» organizzata nel contesto post industriale dell’Hangar Bicocca a Milano, ha scelto, per questa seconda tappa di preparazione, l’imponente sala dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, simbolo della bellezza italiana. «C’è tanta voglia d’Italia nel mondo e noi dobbiamo essere all’altezza. L’Italia è la patria del bello, questa sfida ci renderà più ricchi, più consapevoli di quello che siamo e più fiduciosi nel futuro» ha detto Martina. Un «appello a ciascun italiano a vivere l’occasione di Expo» al quale hanno già risposto, ha aggiunto la collega dell’Istruzione Stefania Giannini, 1,3 milioni di studenti che andranno in gita scolastica a Milano nei prossimi mesi.

Moncalvo (Coldiretti): ecco i primati agricoltura italiana

Dal maggior numero di certificazioni alimentari a livello comunitario alla leadership nel numero di imprese che coltivano biologico, ma anche il primato nella creazione di valore aggiunto per ettaro e quello nella sicurezza alimentare mondiale con la minor incidenza di prodotti agroalimentari con residui chimici fuori norma, senza dimenticare il fatto che l’agricoltura italiana è tra le più sostenibili dal punto di vista ambientale per la ridotta emissione di gas ad effetto serra.

È il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo a tracciare il bilancio dei primati conquistati dal Made in Italy agroalimentare in occasione di «Italia 2015: il paese nell’anno dell’Expo» a Firenze a poco più di un mese dall’appuntamento di Milano. «Il modello produttivo dell’agricoltura italiana è campione nella produzione di valore aggiunto per ettaro che è più del doppio della media europea dei 27 Paesi, il triplo del Regno Unito, il doppio di Spagna e Germania, e il 70% in più dei cugini francesi – ha affermato Moncalvo – ma siamo i primi anche in termini di occupazione, con 7,3 addetti ogni cento ettari a fronte di una media Ue di 6,6». L’Italia è – continua Moncalvo – al vertice della sicurezza alimentare mondiale con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici (0,2%), quota inferiore di quasi 10 volte rispetto alla media europea (1,9%) e non è quindi un caso il fatto che con 43.852 imprese biologiche (il 17% di quelle europee) siamo i campioni europei del settore.