Vita Chiesa

FIRENZE, MESSA PER COMUNITA’ SANT’EGIDIO; MONS. BETORI: VITALITA’ CHE ESPRIME NATURA NON IDEOLOGICA DEL CRISTIANESIMO

Sant’Egidio? Una comunità “da apprezzare, prima che per le pur esemplari opere di testimonianza evangelica di carità e di pace, per la possibilità che offre ai suoi aderenti di un autentico incontro con la persona di Cristo nella comunità della Chiesa che è il suo corpo”, per andare sempre “oltre il gesto esteriore”. L’arcivescovo Giuseppe Betori ha tracciato questo profilo della Comunità di Sant’Egidio oggi pomeriggio celebrando una liturgia, nella chiesa di Santa Maria Maddalena dei Pazzi, per il suo 43 esimo anniversario. Gli anziani del centro, del Ponte di Mezzo e San Frediano, come anche di Montedomini, e i nomadi, gli immigrati che studiano italiano nella scuola a due passi dalla stazione centrale, poco lontano da dove “quelli di Sant’Egidio” portano la cena ai senza fissa dimora, amici di sempre, e ancora gli altri ‘Amici’, alleanza stabile e profonda con i portatori di handicap, ma soprattutto la preghiera, l’annuncio e l’ascolto del Vangelo, ogni sera nelle chiesa di San Tommaso, nel cuore della città, in via della Pergola. Ma si potrebbe parlare anche del ‘Pranzo di Natale’ a Santo Stefano in Ponte Vecchio o del Rigiocattolo e, ancora, di ‘Bravo’ la campagna per l’iscrizione anagrafica dei bambini che a tante latitudini del pianeta non esistono per nessuno; di ‘Dream’, il sogno di guarire i malati di Aids che è diventato una terapia efficace che dà vita. Sono solo alcuni tratti che aiutano a disegnare il volto della Comunità di Sant’Egidio a Firenze. Una storia che si inserisce nel cammino di 43 anni compiuto da tutta la Comunità, a partire da Roma, che esprimono, spiega Betori, “l’esperienza viva di un incontro” che è “il fondamento delle benemerite azioni che Sant’Egidio compie per costruire la pace tra i popoli nel mondo, o delle altrettanto benemerite iniziative di vicinanza e di cura dei poveri nelle nostre città e nei paesi più miseri della terra”. I 43 anni di cammino della Comunità e il suo espandersi nel mondo, “indicano che questa radice è stata sempre alimentata, arricchendo la vita di tanti giovani e l’intera Chiesa”. Una vitalità che esprime “la natura non ideologica del cristianesimo” e che è per Betori “quanto sfugge ai tanti critici odierni della Chiesa e della sua testimonianza, nel momento in cui essi si escludono dall’entrare in una esperienza di amore che sola può aprire gli occhi alla comprensione del mistero di verità che ci viene affidato e nel quale siamo introdotti”. La fede “è un evento di grazia, e non la presa d’atto di una teoria sull’uomo e sulla storia”, un incontro vitale con la persona di Gesù. Su questo tracciato di esperienza di vita spirituale, si dispiega un cammino di maturità cristiana che “è quanto nella Chiesa si offre anche all’interno di una esperienza come quella della vostra comunità, cari amici di Sant’Egidio”.