Vita Chiesa

Francesco in visita a casa d’accoglienza: «Recuperare senso del dono e della solidarietà»

Rammentando che la struttura è stata voluta da Giovanni Paolo II, e da lui inaugurata con Madre Teresa di Calcutta (nel 1988, ndr), il Papa ha osservato: «Questa è una cosa fra i santi, fra beati!» e «la santità è passata; è bello questo!». Tre le parole sui cui il Pontefice si è soffermato: casa, dono e Maria. «Casa» nel senso più bello del termine: «un luogo di accoglienza, una dimora, un ambiente umano dove stare bene, ritrovare se stessi», che richiama il calore e l’affetto «che si possono sperimentare in una famiglia». La «casa» allora rappresenta «la ricchezza umana più preziosa, quella dell’incontro», delle relazioni tra le persone, «diverse per età, per cultura e per storia, ma che vivono insieme e che insieme si aiutano a crescere». Proprio per questo, la «casa» è un «luogo decisivo nella vita, dove la vita cresce e si può realizzare, perché è un luogo in cui ogni persona impara a ricevere amore e a donare amore».

Anche la parola «dono», secondo papa Francesco, «qualifica questa Casa e ne definisce l’identità». Dono reciproco, ha precisato, perché «la Casa dona accoglienza, sostegno materiale e spirituale a voi, cari ospiti, provenienti da diverse parti del mondo; ma anche voi siete un dono per questa Casa e per la Chiesa». «Voi ci dite che amare Dio e il prossimo» è «qualcosa di profondamente concreto: vuol dire vedere in ogni persona il volto del Signore da servire, e servirlo concretamente», e «voi siete» il «volto di Gesù» donando «la possibilità a quanti operano in questo luogo di servire Gesù in chi è in difficoltà, in chi ha bisogno di aiuto».

Questa Casa, ha detto il Papa, «è una luminosa trasparenza della carità di Dio», Padre «buono e misericordioso verso tutti»; una «scuola» di carità «che insegna ad andare incontro ad ogni persona, non per profitto, ma per amore», e l’amore è la sua «musica». Infine Maria: la struttura «si qualifica come un dono «di Maria», che «ha fatto della sua esistenza un incessante e prezioso dono a Dio, perché amava il Signore. Maria è un esempio e uno stimolo per coloro che vivono in questa Casa, e per tutti noi, a vivere la carità verso il prossimo non per una sorta di dovere sociale, ma partendo dall’amore di Dio, dalla carità di Dio». «Qui – ha concluso il Pontefice – si cerca di amare il prossimo, ma anche di lasciarsi amare dal prossimo». Due atteggiamenti che camminano assieme: «non può esserci l’uno, se non c’è anche l’altro».