Grosseto

Grosseto, mons. Roncari: “mi presento a voi con umiltà e fiducia” e parla del dialogo “fra le nostre due chiese diocesane”

Nell’omelia della messa celebrata per il suo ingresso a Grosseto, il vescovo Giovanni Roncari, dopo il saluto alle autorità presenti si è rivolto con affetto al suo predecessore: “Un saluto tutto speciale al vescovo Rodolfo a cui mi lega una lunga e grande amicizia, la comune professione della vita francescana, la confidenza spirituale, il ministero episcopale vissuto in profonda comunione”.   

Poi mons. Roncari così si è espresso: “Vescovo di Pitigliano Sovana Orbetello e ora vescovo anche di Grosseto, il vostro vescovo: mi presento a voi con umiltà e con fiducia. Umiltà perché ben consapevoledei miei limiti umani e spirituali.  Con fiducia nella vostra fraterna accoglienza per poter continuare a camminare insieme con il vero Pastore e vescovo delle anime nostre il Signore Gesù come insegna san Pietro nella sua prima lettera (1Pt. 2,25) “ se uno mi vuol servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore”. Queste parole del vangelo di Giovanniche abbiamo appena ascoltato” ha continuato il presule ” illuminano molto bene anche ministero del vescovo sul quale vi invito a riflettere in questa solenne liturgia che presiedo per la prima volta come vostro vescovo. Innanzitutto il profondo desiderio di seguire e servire il Signore Gesù. Questo desiderio voglio proclamarlo davanti a tutti voi: Gesù è il maestro, io il discepolo. Gesù è il Signore, io il servo. Gesù è il fine della nostra vita, io colui che lo indica. Gesù è la misericordia di Dio, io il beneficiario e umilmente spero il convinto annunciatore. Certo, questo mio desiderio di seguire e servire il Signore Gesù convive con altri desideri che fanno guerra allo spirito, per dirla con l’apostolo Paolo, e allora quelle parole proclamate prima rischiano di rovesciarsi…di credersi il maestro e il signore… insieme esortiamoci e aiutiamoci per evitare questo pericolo per me, per il ministero ordinato, per tutti i cristiani”. 

Poi mons. Roncari ha specificto: “La Chiesa in uscita si realizza anche in questo modo: distogliere lo sguardo da se stessi per poter fare come il chicco di grano del vangelo appena ascoltato e perciò portare molto frutto. Teniamo sempre presente quanto insegna la Chiesa: ministero è servizio alla Chiesa radicata nella storia, attenta a cogliere i problemi e le attese del mondo in cui vive; ministero è dono di sé ai fratelli per rendere autentica la loro crescita nella fede e coerente la testimonianza al regno del Signore.  Così si esprime il pontificale romano. Secondo l’insegnamento della chiesa, dai Padri al catechismo,   questa è costituita da tutti i battezzati, da quella moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua. (Ap. 7,9). E ognuno di noi non è annullato, inghiottito dentro una folla anonima, ma è amato da Dio e dotato di doni particolari che però deve saper mettere insieme e vivere per l’utilità comune come insegna san Paolo ai Corinzi. (1Cor.12ss)”. 

Poi rivolgendosi ai fedeli ha infine aggiunto: “Fratelli e sorelle noi ora abbiamo una grade opportunità di mettere insieme i nostri doni per la nostra crescita, per il nostro comune cammino, inserendoci nel cammino sinodale che la chiesa italiana intende intraprendere. Quali doni dobbiamo e vogliamo mettere insieme?  Certamente non è questo il momento di parlare di programmi anche perché dobbiamo costruirli insieme e devono nascere da un sincero dialogo fra noi, fra le nostre due chiese diocesane, e con tutta la chiesa italiana. Posso parlare dei miei desideri, del mio modo di sentire il momento ecclesiale che viviamo. Vogliamo continuare a costruire e a vivere una comunità ecclesiale che parta con riconoscenza dalla grande ricchezza ricevuta dal passato, viva ora, con gioia, quanto ha ricevuto dal passato e possa,  con fiducia, consegnarlo alle nuove generazioni”.