Prato

I Ricostruttori presentano il Palco

I lavori stanno procedendo in modo spedito ed è già iniziato il conto alla rovescia per la riapertura dopo un anno dalla sua chiusura. Domenica 9 ottobre Villa del Palco sarà restituita ai pratesi con una giornata di festa organizzata dai Ricostruttori nella Preghiera, il movimento religioso al quale il vescovo Franco Agostinelli ha affidato la gestione della struttura. La nuova fase della Casa diocesana dei ritiri spirituali dedicata alla memoria di monsignor Fiordelli ce la spiega padre Guidalberto Bormolini, responsabile delle case dei Ricostruttori in Toscana. Il religioso è un monaco sacerdote recentemente incardinato nella diocesi di Prato, così come padre Matteo Pedrini, ordinato dal nostro Vescovo e vice parroco di Galcetello. Entrambi, insieme a Patrizia, una monaca della comunità, ed a tre laici «terziari» del movimento, abiteranno al Palco e si occuperanno dell’accoglienza e della gestione della struttura.

Padre Guidalberto, che lavori avete fatto a Villa del Palco?«La prima tranche di interventi sta per finire. Abbiamo risistemato l’impianto elettrico e idraulico, messo nuovi arredi e tinteggiato tutta la parte dedicata a foresteria. Ci stiamo occupando del giardino e degli spazi esterni. Per quanto riguarda il tetto (lesionato dal forte vento del 5 marzo 2015 NdR), siamo in attesa di avere tutte le autorizzazioni del caso. I lavori sono curati dall’architetto Andrea Perelli di Lucca, che ha seguito tutti i nostri interventi in Toscana».Come sarà il Palco gestito dai Ricostruttori?«Abbiamo avuto delle indicazioni precise dal vescovo Agostinelli. La struttura sarà a disposizione per le attività diocesane e parrocchiali. Villa del Palco potrà essere usata per ritiri, momenti di preparazione ai sacramenti. Come è sempre stato in questi anni. È una vocazione che sarà garantita e consolidata. Accanto a questo abbiamo intenzione di muoverci su più piani».Avete già in ponte un programma di iniziative?«Sì, lo stiamo studiando, ma ci sono già alcuni appuntamenti in calendario fino a fine anno. Faremo attività e seminari formativi. Inserendoci nei temi dell’anno pastorale, in particolare su quello della formazione, vogliamo far diventare il Palco un centro dedicato al dialogo e all’ascolto, anche dei lontani, come se fosse una corte dei gentili».Oltre che in campo spirituale voi siete molto attivi anche nel sostegno psicologico e pedagogico.«Esatto. Qui ci saranno dei centri d’ascolto permanenti, sempre aperti. Uno per i giovani, curato da un pedagogo, Claudio D’Antonio, uno dei laici che risiederà qui. Poi apriremo un punto di ascolto per l’accompagnamento e l’elaborazione del lutto, curato da una nostra monaca della comunità fiorentina, la psicologa Anna Giulia Ghinassi».Tra le vostre proposte c’è anche il Bibliodramma. Di cosa si tratta?«È una tecnica con cui si entra dentro il messaggio biblico. La metodologia si è sviluppata nel Nord Europa e poi si è diffusa nel mondo, fino in Asia. Chi partecipa ad una sessione di Bibliodramma ha la possibilità di meditare attivamente gli elementi del testo e ricrearli quali immagini interiori personalizzate, legate alla propria vita quotidiana. Tutto ciò richiama in modo chiaro la metodologia dell’“applicazione dei sensi” consigliata da San Bernardo a papa Eugenio III, sviluppata da Aelredo di Rievaulx e da San Bonaventura. Primo appuntamento 29 e 30 ottobre».Celebrerete la messa domenicale nella chiesa della Villa?«Certamente. Tutte le domeniche in orario ancora da definire».

Giacomo Cocchi