Toscana

I toscani raccontano: «La nostra Gmg tra gioie, disagi e qualche imprevisto»

di Sara Martini

«Siamo arrivati da mille strade per colorare di gioia il mondo…»: così recita una canzone che anche noi pellegrini dalle diocesi toscane abbiamo fatto nostra essendo giunti a fare di Colonia un arcobaleno di mille colori insieme a migliaia di giovani da tutti i continenti in occasione della XX Gmg.

Siamo partiti in tanti, in compagnia dei Magi, ognuno con le proprie aspettative, le proprie ansie, i propri sogni. Guidati dalla stella, per molti le attese si sono concretizzate, mentre per molti altri la stella ha riservato cammini inaspettati e sorprese uniche! Giunti ad adorare il Signore, abbiamo donato a Lui le nostre vite, chi ha lasciato a Lui l’oro, chi l’incenso, chi la mirra, e Lui ci ha colmati dei suoi doni, a qualcuno ha indicato strade particolari, ha dato risposte forti, ad altri ha donato la pace e la serenità del cuore che da tempo cercava, ad alcuni ha donato dubbi. Tutti ci ha chiamati, tutti ci ha accolti, ha fatto di noi un corpo vivente, a Lui gradito, reso unico dalla Sua presenza in mezzo a noi.

Tra coloro che si sono messi in cammino per vivere l’esperienza di Colonia, molti erano coloro, anche minorenni, che partivano per la loro prima Gmg. Insieme a loro sono partiti tanti giovani che invece di Gmg ne hanno tante alle spalle e giovani animatori che con grande spirito di servizio li hanno accompagnati in questa avventura! Con noi giovani poi si sono fatte pellegrine alcune sorelle consacrate, presenza preziosa in mezzo a noi, come quella altrettanto ricca dei tanti seminaristi e sacerdoti che, dalla mattina alla sera, camminavano con noi, qualunque strada ci si proponesse davanti! Tra di noi poi c’è chi ha vissuto l’esperienza con occhi particolari: diversi erano infatti i giovani che, dopo essersi impegnati in un percorso di preparazione del pellegrinaggio durante lo scorso anno, erano parte della «commissione» che si occupava dell’aspetto organizzativo dell’esperienza.

Tante figure, diverse vocazioni hanno dunque animato il nostro pellegrinaggio, che è stato, nella ricchezza di molteplici talenti condivisi, un cammino davvero comune. Condividere le impressioni tutti insieme, una volta rientrati, è stato un affermare unanimemente che disagi, difficoltà, imprevisti incontrati lungo il cammino sono stati un segno importante! Per Raffaella, alla prima Gmg, «le lunghe file per il cibo e per i treni sono stati come una prova di fede, una metafora del faticoso cammino verso Dio». Per Suor Benedetta, «le difficoltà incontrate, impensabili alla partenza, ci hanno scosso come persone, il messaggio di questo incontro mondiale è davvero arrivato alle nostre vite, perché se già era profondo nell’ordinario, nelle particolari situazioni vissute, è divenuto ancor più forte».

Don Giuseppe, che ha accompagnato molti giovani della parrocchia a questo pellegrinaggio dice che ciò che l’ha spinto a partire con loro è stato il desiderio forte di far vivere ai ragazzi un’esperienza che li cambiasse, che non fosse una della tante che la vita propone loro. Caterina, che per la prima faceva parte dello «staff» ad una Gmg, racconta di aver rivissuto le emozioni della Giornata di Roma, nel 2000, dove aveva prestato servizio come volontaria. «Essere stanchi morti, ma felici perché, anche se nelle piccole cose – ma piccole piccole! – hai comunque il sentore – a volte anche di più del semplice sentore – di essere stato utile».

Massimo insieme ai ragazzi che ha accompagnato a Colonia, dice che in alcuni momenti pensava che la mancanza di momenti di riflessione, preghiera fosse un’occasione persa, un peccato per tutti ed è stato bello invece scoprire anche dalla condivisione con i ragazzi che la spiritualità che cercavano è stata il vivere in pienezza la realtà di gruppo con l’attenzione ai problemi e alle difficoltà degli altri. «Il segno che il Signore ha voluto donarci a questa Giornata mondiale è servizio e attenzione agli altri. Si sono rese vere per noi le parole che ci rivolse il parroco che ci ha ospitato nei giorni di gemellaggio, quando ci invitò a sostituirci alle braccia e alle gambe del crocifisso aiutando i fratelli in difficoltà».