Vita Chiesa

IL PAPA AI VESCOVI: FAMIGLIA, SCUOLA E LAVORO LE PRIORITÀ

“Favorire la coesione interna della nazione”. Questa la preoccupazione dei vescovi italiana fatta propria oggi dal Papa, che ha ricevuto in udienza i partecipanti alla 51a Assemblea generale della Cei (in svolgimento in Vaticano fino al 23 maggio). “Conosco e condivido la grande sollecitudine con la quale seguite il cammino della società italiana, preoccupati soprattutto di favorire la coesione interna della nazione”, ha detto infatti Giovani Paolo II, che subito dopo ha aggiunto: “Giustamente voi sottolineate l’importanza che, per la salute morale e sociale della nazione, ha la famiglia”. Anche per il Papa (come ieri per il card. Ruini), “sono di buon auspicio i segnali di una rinnovata attenzione” nei confronti della famiglia “che provengono sia dal mondo della cultura sia dai responsabili della vita pubblica”. Atri temi “caldi” per i vescovi e che stanno a cuore pure al Pontefice, “la riforma del sistema scolastico italiano e le nuove prospettive che si aprono per l’insegnamento della religione cattolica”. “Alla funzione educativa e formativa della scuola – è l’auspicio del Papa – possano partecipare a pieno titolo sia gli insegnanti di religione sia la scuola cattolica, che ancora attende di vedere adeguatamente riconosciuto il proprio ruolo e contributo educativo, in un quadro di effettiva parità”. Giovanni Paolo II ha espresso, inoltre, la sua “speciale vicinanza” a “tutte le persone e le famiglie che sono prive di lavoro e versano in condizioni difficili”, e a proposito della grave piaga della disoccupazione ha osservato: “Nonostante i miglioramenti intervenuti, esistono ancora, particolarmente in alcune regioni meridionali, aree in cui i giovani, le donne, e a volte anche i padri di famiglia rimangono disoccupati, con grave danno per loro e per il Paese. L’Italia ha bisogno di una crescita di fiducia e di iniziativa, per poter offrire a tutti prospettive migliori e più incoraggianti”. “Tra le molte regioni del mondo, prive del fondamentale bene della pace, da troppo tempo dobbiamo purtroppo annoverare la Terra Santa”. Con queste parole il Papa ha oggi espresso il suo “vivo apprezzamento” ai vescovi italiani “per l’iniziativa di inviare colà una vostra rappresentanza, subito dopo la Pasqua, per potare una testimonianza di concreta solidarietà in particolare alle comunità cristiane che là vivono e versano in condizioni di gravissima difficoltà”. Giovanni Paolo II ha definito, inoltre, l’iniziazione cristiana – al centro dei lavori dell’assise episcopale – una “scelta quanto mai opportuna, perché la formazione del cristiano e la trasmissione della fede alle nuove generazioni hanno un’importanza decisiva”. Nel contesto “sociale e culturale” di oggi, ha ribadito il Papa, “molti fattori concorrono a rendere più difficile, e per così dire ‘controcorrente’, l’impegno di diventare autentici discepoli del Signore, mentre la velocità e la profondità dei cambiamenti fanno crescere la distanza e a volte quasi l’incomunicabilità tra le generazioni”. Per reagire a queste sfide, ha ammonito il Pontefice, gli itinerari di iniziazione cristiana “devono dare ampio spazio all’annuncio della fede e proporne le motivazioni fondamentali, in modo proporzionato all’età e alla preparazione delle persone”. “Dare inizio assai presto all’iniziazione cristiana dei bambini, in modo che essa sia vitalmente assimilata fin dai primi anni” e rendere le famiglie “consapevoli di questa loro nobilissima missione” aiutandoli “ad adempierla, anche integrando le loro eventuali carenze”: questi i suggerimenti pastorali forniti dal Papa ai vescovi, partendo dalla consapevolezza che “nessun bambino battezzato deve restare privo del nutrimento che fa crescere il germe in lui posto dal battesimo”. Sacerdoti, catechisti e formatori, a loro volta, per Giovanni Paolo II “sono chiamati a coltivare il colloquio personale con ragazzi, adolescenti e giovani, non nascondendo la grandezza della chiamata di Dio e l’esigente impegno della risposta, e facendo loro gustare, al tempo stesso, la vicinanza misericordiosa del Signore Gesù e la cura materna della Chiesa”.Sir

Discorso ai vescovi italiani