Pisa

In dialogo con l’Università

di Tommaso Strambi

L’inaugurazione ufficiale, ci sarà tra qualche settimana, ma il nuovo anno accademico è già iniziato. Matricole e studenti «anziani» sono già tornati nelle aule universitarie, così come i loro docenti. Sono circa 50mila gli studenti iscritti nelle tre istituzioni universitarie pisani, cui si aggiungono duemila professori e un buon numero di ricercatori. Una realtà importante cui la diocesi da tempo guarda con attenzione attraverso il «Servizio cultura e università» di cui è responsabile don Severino Dianich, vicario episcopale per la cultura.Don Severino, perché un servizio diocesano per l’università?«Perché pensiamo che la Chiesa abbia qualcosa da dare e qualcosa da ricevere, facendo la sua parte nell’insieme delle attività culturali della città che rappresentano una ricchezza per tutti, nella loro incentivazione a pensare e ad elaborare risposte alle grandi questioni dell’uomo d’oggi. Naturalmente, nell’insieme delle attività culturali che si svolgono nella nostra città e nella provincia le nostre tre grandi istituzioni universitarie hanno un ruolo assolutamente dominante. Perciò il nostro servizio si dirige prima di tutto a coloro che operano nella ricerca scientifica e negli studi superiori per realizzare le proprie proposte. Anche attraverso la loro collaborazione». Una proposta trasversale quindi per studenti e docenti?«Sarebbe nostra ambizione poter lavorare insieme con gli studenti e i docenti. Non è facile: sono i giovani soprattutto che si rivelano restii ad un lavoro comune. Ciò non toglie che ogni attività sia pensata come diretta a tutti e che alcune iniziative siano impostate in modo tale che siano soprattutto gli studenti a fruirne». Quali sono le principali proposte per il nuovo anno accademico?«La proposta principale che ogni anno avanziamo è quella delle opportunità che offriamo di conoscere e meditare la Sacra Scrittura. Quest’anno ogni venerdì sera in San Frediano viene commentata la Lettera di San Paolo ai Romani. Nell’ambito poi degli interessi più propri delle facoltà scientifiche sono stati predisposti alcuni seminari di diverse discipline sul comune tema del limite, che si presenta problematico nella ricerca scientifica in genere, negli sviluppi dell’economia, nella speculazione matematica, nelle scienze naturali e nelle loro teconologie».Non solo le Scritture, però…«Al tema del confronto fra tolleranza e verità e agli interrogativi sulla plausibilità della fede nella divinità di Gesù saranno dedicati due incontri di dialogo fra credenti e non credenti, che avranno per protagonisti il cardinale Scola, Flores d’Arcais, Natoli ed Enzo Bianchi. Poi ben si sa che ogni proposta risulta la più utile a questi o a quelli a seconda degli interessi di ciascuno. Le iniziative messe in cantiere sono una diecina per un totale di circa cinquanta occasioni di incontro». Rispetto agli anni scorsi ci sono delle novità? «Tutti gli argomenti messi a tema, ovviamente, sono nuovi: gli ambiti, nei quali ci muoviamo, sono invece i medesimi degli anni scorsi. Di nuovo c’è la ripresa di un’esperienza già fatta molti anni fa, prima che vi scoppiasse l’ultima Intifada: quella di un viaggio previsto per il prossimo agosto, in Israele e Palestina, , sempre che la situazione lo permetta». Accanto alle proposte culturali e di riflessione, come il ciclo di incontri «Scegliere di essere o non essere cristiani», c’è anche una proposta pastorale?«A dire il vero proprio questo ciclo di presentazione della fede cristiana è una iniziativa eminentemente pastorale, in quanto si propone di offrire a chi è alla ricerca della fede la possibilità di una migliore chiarificazione di ciò in cui consiste la decisione di vita di essere cristiani. Detto questo, è utile chiarire che il servizio cultura e università è parte dell’impegno pastorale che la chiesa pisana dedica all’università. Però dalla chiesa universitaria di San Frediano partono le iniziative di carattere più propriamente pastorale e dirette soprattutto ai suoi destinatari più importanti che sono gli studenti. Le nostre iniziative, invece, si collocano piuttosto sul piano del dialogo culturale e aspirano a coinvolgere sia nella fruizione che nella collaborazione non solo persone di dichiarata fede cattolica, ma anche persone dalla posizione spirituale diversa».