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INCENDIO CIE LAMPEDUSA: FORTI (CARITAS), RIPENSARE MECCANISMO TRASFERIMENTI

“Ripensare il meccanismo dei trasferimenti da Lampedusa ai fini di una sicurezza reale, evitando i grandi numeri di migranti nel centro, per non far sì che Lampedusa torni periodicamente a vivere situazioni di questo tipo”. E’ l’auspicio, espresso oggi al SIR, di Oliviero Forti, responsabile dell’ufficio immigrazione di Caritas italiana, all’indomani dell’incendio doloso di ieri che ha distrutto il centro di Contrada Imbriacola, dove erano ospitati circa 1300 tunisini. Dopo il rogo e una notte all’addiaccio nello stadio, sono ripresi i trasferimenti con ponti aerei in altri centri. “C’è molta tensione – osserva Forti -. I lampedusani hanno un po’ rivissuto la situazione di gennaio. C’è la sensazione di un nuovo assedio e di indeterminatezza, che da un lato si scontra con le promesse governative della scorsa settimana di effettuare al più presto i trasferimenti verso la Tunisia. A quanto pare questi accordi non funzionano bene perché i tunisini continuano ad arrivare e i rimpatri vanno a rilento”. “E’ chiaro – prosegue – che oltre mille persone trattenute in quelle condizioni portano a situazioni di estrema gravità. Se su mille persone vi sono tre/quattro facinorosi è un tasso naturale. E’ quindi necessario un grosso lavoro per decongestionare in tempi rapidissimi il centro ed intercettare le persone meno affidabili”. “Chi è responsabile di questi atti va perseguito – sottolinea Forti – ma non dimentichiamo che sono atti che nascono dall’esasperazione, derivante da un trattenimento troppo lungo, in un contesto non facile”. L’idea di fondo di non trasferirli sulla terraferma “per non farli fuggire”, secondo Forti “non è servita”, perché “aumenta la presenza di persone nel centro e succede quello che succede”: “Anche se saranno comunque rimpatriati è meglio distribuirli in Italia per evitare situazioni come queste. Il meccanismo non funziona dunque così bene. Bisogna ripensarlo nell’ottica di una sicurezza reale”. L’esempio dell’accoglienza in piccoli numeri nelle diocesi, come sta avvenendo con i profughi sub-sahariani ne è una dimostrazione: “Ci ha permesso di agire in situazione di tranquillità. Non abbiamo mai registrato grosse tensioni”. Forti invita anche le autorità pubbliche all’“equilibrio” nelle dichiarazioni: “Da un lato comprendo bene l’esasperazione del sindaco di Lampedusa, che da anni deve far fronte da solo a questa situazione. Dall’altro bisogna pensare che ogni dichiarazione ha un peso enorme e bisogna essere un po’ equilibrati per far comprendere la situazione a tutti. Anche perché l’opinione pubblica deve ragionare su un fenomeno molto più grande di quello che sta oggi affrontando Lampedusa”. (Sir)