Vita Chiesa

Inizia il triduo pasquale, segni e simboli cristiani

Intervista a Filippo Margheri, insegnante di religione, referente per il catecumenato per la Conferenza episcopale toscana.

Per vivere al meglio il tempo di Pasqua abbiamo chiesto a Filippo Margheri, insegnante di Religione presso l’Istituto Superiore Chino Chini di Borgo San Lorenzo, di aiutarci a comprendere alcuni simboli e momenti forti di questo tempo liturgico. Il prof. Margheri, tra i vari incarichi che ricopre, è anche coordinatore del Servizio per il Catecumenato della Diocesi di Firenze e referente per il Catecumenato per la Toscana.

Filippo, abbiamo appena vissuto la Domenica delle Palme e ci apprestiamo a vivere il triduo Pasquale. Cosa vuole dire per il cristiano di oggi questo tempo liturgico?

Il triduo Pasquale è il centro delle celebrazioni della fede cristiana. Oggi ancora di più è il fatto di rivivere la Pasqua di Gesù, non tanto come un evento storico, ma come ciò che la Pasqua porta a ciascuno di noi: l’inserimento nel mistero di Cristo. Questo vuol dire tornare alle radici del nostro essere cristiani.

La mia esperienza a servizio dei catecumeni, che via via si presentano in Diocesi, mi fa dire che le comunità parrocchiali, che hanno la possibilità di vivere il battesimo di un adulto nella notte di Pasqua, riescono a sperimentare concretamente come il mistero di Pasqua diventi efficace per quella persona.

D’altra parte, il Rito dell’Iniziazione Cristiana degli Adulti afferma che la comunità e i catecumeni sono chiamati a vivere insieme il mistero pasquale: la comunità ricorda che nasce da lì, dal mistero Pasquale, e il catecumeno si appresta ad essere inserito in questa storia, nel popolo di Dio che nella Pasqua trova il suo fondamento e la sua identità.

Giovedì mattina si terrà la Messa Crismale nella Cattedrale di Firenze. Quali sono le particolarità di questo rito importante?

La Messa Crismale è il ritrovarsi del Presbiterio intorno al Vescovo. Tutti i Presbiteri della Diocesi, infatti, si ritrovano in Cattedrale per vivere anche la benedizione degli oli da parte del Cardinale che serviranno poi per i sacramenti. Di questi oli ce ne sono due in particolare che riguardano proprio l’iniziazione cristiana. Uno è l’olio dei catecumeni, con il quale la persona viene unta durante il tempo del catecumenato, che è un percorso fatto di segni e parole che li prepara ai Sacramenti. In passato gli atleti, in particolare i lottatori, si ungevano per sfuggire alla presa degli avversari. Così, nella tradizione dei Padri della Chiesa, pensando a questa pratica, c’è l’immagine dell’unzione dei catecumeni, affinché sfuggano alla presa del maligno che li tenta durante il cammino. Abbiamo inoltre l’olio del Crisma, che servirà per il Sacramento della Confermazione.

Il terzo olio infine non riguarda l’iniziazione cristiana, bensì è per l’unzione degli infermi, che però non è l’estrema unzione, ma serve per quel cristiano sofferente per la malattia, affinché abbia la forza per affrontare la prova.

Ritroviamo quindi questo legame profondo con i Sacramenti e l’iniziazione cristiana.

Il fuoco, l’acqua, l’accendersi delle luci all’ingresso in Chiesa con l’esclamazione “Cristo Luce del mondo”. Ci può spiegare i simboli della liturgia di Pasqua?

Bisogna tenere presente che la struttura attuale della veglia pasquale viene dalla riforma liturgia scaturita dal Concilio Vaticano II ed è principalmente una struttura battesimale.

Si parte dall’accensione del fuoco. Nella Bibbia la fiamma è l’immagine di Dio. Dio parla a Mosè attraverso il fuoco del Roveto Ardente, poi sul Monte Sinai si manifesta con il fuoco, lo Spirito Santo scende sottoforma di lingue di fuoco. Il fuoco, quindi, rappresenta la presenza di Dio.

Dal cero Pasquale si accenderà la candela per i catecumeni e, durante tutto l’anno, il cero verrà utilizzato anche per accendere le candele per i Battesimi. Inoltre, il cero verrà acceso anche durante i funerali, a rappresentare il Cristo Risorto che illumina la nostra vita.

L’acqua invece richiama il Battesimo. L’acqua, che si benedice la notte di Pasqua, è l’acqua con cui verrà aspersa l’assemblea per il ricordo del Battesimo ed è l’acqua con cui si battezzeranno i catecumeni.

L’accendersi delle luci richiama infine il mondo che viene illuminato da Cristo.

Cosa collega l’uovo alla Pasqua? C’è un fondamento teologico?

L’uovo sodo, che troviamo anche nel rituale della pasqua ebraica, richiama sicuramente alla pienezza della vita e ad un’apertura verso la vita eterna. È utile richiamare il testo del Benedizionale con cui si benedicono le uova: Benedetto sei tu, Signore del cielo e della terra, che nella radiosa luce del Cristo risorto ridesti l’uomo e il mondo alla vita nuova che scaturisce dalle sorgenti del Salvatore: guarda a noi tuoi fedeli e a quanti si ciberanno di queste uova, umile e domestico richiamo alle feste pasquali; fa’ che ci apriamo alla fraternità nella gioia del tuo Spirito. Per Cristo nostro Signore, che ha vinto la morte e vive e regna nei secoli dei secoli.

Perché la Pasqua è sempre attuale?

Perché ci ricorda che il nostro fondamento è il Cristo che ha vinto la morte. Non solo fisica. Ha vinto la morte, perché dà luce e senso alla nostra vita. Stimolati dai Battesimi, che in Diocesi quest’anno coinvolgeranno 23 persone, di cui 5 in Cattedrale, possiamo dire, come afferma Mons. Bulgarelli, direttore dell’Ufficio Catechistico Nazionale, che “di fronte allo scoraggiamento che a volte ci prende, c’è un piccolo germoglio che si manifesta ogni anno nella nostre chiese”. C’è infatti, grazie a questi Battesimi, una piccola gemma che torna a germogliare sull’albero della Chiesa. La presenza dei catecumeni, anche se non sono tantissimi, vuol dire che la pianta della Chiesa non è secca, anzi ci sono attualmente “20 germogli” che portano linfa nuova alla nostra Chiesa fiorentina. Vivere la Pasqua vuol dire proprio questo: riscoprire di essere radicati in Cristo e diventare un principio di vita nuova.

Cosa consiglia per vivere la Pasqua più autenticamente?

Dalla Pasqua scaturisce l’essere per gli altri. Riconoscere di essere radicati in Cristo, di essere inseriti nel popolo di Dio, vuol dire essere in cammino verso il Regno e questo vuol dire essere testimoni di giustizia, pace e amore.

Riconoscersi parte del popolo di Dio vuol dire continuare a camminare tutti insieme verso la costruzione del Regno, con una vita che sia una ricerca costante dell’attuazione dei suoi valori. Ci aiuta in questo il prefazio della festa di Cristo Re, che ci ricorda che il Regno di Dio è un regno di giustizia, di amore e di Pace.

D’altra parte, non si diventa costruttori del Regno di Dio, se non riconoscendosi radicati nel mistero dell’Amore di Dio, che ci rende creature nuove. Ed è questa nuova identità di risorti, il dono che Gesù ci fa con i suoi Sacramenti Pasquali, che i catecumeni riceveranno nella solenne Veglia Pasquale di cui l’intera comunità è chiamata a fare memoria per essere fedele alla sua missione nel mondo di oggi.