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Investire nei vini pregiati: i consigli da ricordare

Ovviamente in vista di un investimento di questo tipo è opportuno soppesare i pro e i contro: il che vuol dire tenere conto non solo dei potenziali benefici, ma anche dei rischi a cui si potrebbe andare incontro.

Investire in vini pregiati è un’opportunità che viene presa in considerazione da molte persone. Ci sono, però, diversi aspetti da valutare, che spaziano dalla conservazione alle qualità gustative: ne abbiamo discusso con Brindando.com. Ovviamente in vista di un investimento di questo tipo è opportuno soppesare i pro e i contro: il che vuol dire tenere conto non solo dei potenziali benefici, ma anche dei rischi a cui si potrebbe andare incontro. Ci sono investimenti che sono caratterizzati da un alto rischio, a differenza di altri che invece presentano un rischio ridotto: quel che conta è che quando si parla di vini da investimento il rischio sia sempre capito e accettato.

Investimenti sul lungo periodo: sì o no?

Una volta che si è arrivati dal valore massimo, gli investitori hanno la possibilità di decidere se vendere le bottiglie pregiate a eventuali acquirenti, in genere dopo almeno cinque anni. Per questo motivo, il consiglio è di investire un capitale che sarà sbloccato dopo un simile lasso di tempo, mentre in parallelo è consigliabile affidarsi anche a investimenti che possano essere riscattati in caso di bisogno. Il cambiamento climatico, in futuro, favorirà un aumento della siccità che avrà un impatto significativo sulla produzione di vino mondiale; ciò causerà delle variazioni anche dal punto di vista organolettico e sensoriale. A fronte di un raccolto più ridotto, le bottiglie avranno prezzi di partenza più elevati: ciò comporterà un incremento del valore complessivo di vendita, a tutto vantaggio di chi investe.

La conservazione del vino

Se si è in procinto di comprare una collezione con l’intento di trarne un guadagno in una fase successiva, è molto importante tenere conto non solo della sua autenticità, ma anche delle modalità di conservazione. Si potrà monetizzare solo nel momento in cui la collezione sarà arrivata al suo potenziale massimo. È chiaro, infatti, che una bottiglia di vino non ben conservata ha un valore pari a zero, o quasi. Si può anche prendere in esame l’idea di affidare a un magazzino fiscale le proprie bottiglie, così che le caratteristiche organolettiche di tutte le bottiglie possano essere mantenute intatte. Va ricordato, d’altro canto, che i vini non sono tutti da investimento: appena l’1% del totale della produzione vinicola è in grado di superare la selezione. Bisogna rivolgersi, a tal proposito, a un sommelier competente in grado di orientare gli investitori nelle decisioni, così che chi vuole investire un capitale possa capire quali sono le bottiglie migliori.

Gusto personale: sì, ma non è sufficiente

Non è detto che una bottiglia che incontra il gusto personale di un consumatore sia anche la più adatta per un investimento. Di certo è auspicabile che un vino da investimento garantisca qualità gustative ottimali, ma ciò non basta, in quanto molti altri aspetti devono essere valutati, a cominciare da una domanda elevata sul mercato. Occorre, poi, che vi siano possibilità di liquidazione buone sia dal punto di vista dei tempi che dei prezzi. Un altro fattore importante è la scarsità della produzione.

Le modalità di conservazione

Le modalità di conservazione delle bottiglie sono decisive dal punto di vista del buon esito di un investimento. I vini, infatti, devono essere trasferiti in condizioni di sicurezza all’interno di magazzini in cui le bottiglie di pregio possano maturare. È richiesta una minima esposizione alla luce, abbinata alla posizione orizzontale, mentre sia la temperatura che l’umidità devono essere costanti. Un’altra condizione indispensabile è l’assenza di forti odori e vibrazioni, mentre il periodo di conservazione, che in genere non è inferiore ai cinque anni, cambia in base agli obiettivi che il singolo investitore si propone di perseguire e al tipo di vino. La domanda sul mercato, infine, deve essere maggiore rispetto alla produzione: così la richiesta delle bottiglie aumenta, il che si traduce in ottime possibilità di liquidazione per ciò che riguarda tempi e prezzi.

Brindando.com, lo storytelling enogastronomico

Le informazioni che abbiamo riportato in questo articolo provengono dagli esperti di Brindando.com, blog dedicato allo storytelling enogastronomico: una raccolta di contenuti che parlano di vino, ma anche di cibo e di viaggi. Il sito è a disposizione di tutte le attività commerciali che desiderano farsi conoscere, dagli alberghi ai bar, dai ristoranti alle enoteche.