Cultura & Società

La Francigena si candida a patrimonio dell’Unesco

Francigena atto secondo. Sulla valorizzazione e la promozione dell’antica via di pellegrinaggio la Toscana rilancia e punta in alto, coinvolgendo le altre sei regioni interessate al tracciato nell’avvio – o, più esattamente, nella ripresa – di un percorso di candidatura di uno o più tratti del percorso a patrimonio Unesco. Un atto importante, di valore anche simbolico, sottoscritto nel corso della due giorni «La Francigena e i Cammini – L’impronta sostenibile della Toscana», in programma a San Miniato, presso l’auditorium della locale Cassa di Risparmio, venerdì 3 e sabato 4 marzo. Un incontro promosso da Regione Toscana e Toscana Promozione Turistica, in collaborazione con il Comune e l’Associazione europea delle Vie Francigene (Aevf), per fare il punto della situazione sui flussi e sulle prospettive, dopo gli interventi atti a garantire la fruizione del percorso, messi a punto nella scorsa legislatura con il coordinamento del dirigente Giovanni D’Agliano, il cui impegno è stato a più riprese sottolineato durante i lavori. Obiettivo dichiarato e condiviso, la valorizzazione del patrimonio della Francigena toscana, attraverso il coinvolgimento di tutti gli attori che operano lungo il suo percorso, non solo istituzioni ed enti locali ma anche associazionismo, terzo settore e privati.

In cammino per un cammino, dato che la Francigena prima di tutto è questo. Si potrebbe sintetizzare così, con un gioco di parole, il concetto espresso dall’assessore regionale al turismo Stefano Ciuoffo, che ha definito come «lavoro in itinere» quello che la Toscana sta portando avanti oggi nei confronti dell’antica via: «Siamo in cammino – ha spiegato – verso la costruzione di un prodotto turistico che ancora va definito sotto tanti aspetti. Per fortuna non partiamo da zero, abbiamo tagliato traguardi importanti ma tanti altri ci aspettano. Vogliamo costruire un prodotto che sia la spina dorsale per il turismo esperienziale». L’ospitalità, ha aggiunto, «sarà sicuramente uno degli aspetti da potenziare, perché i numeri ce lo chiedono. Stiamo lavorando alla creazione di una rete di ostelli e allacciando accordi con la Conferenza episcopale per l’utilizzo gratuito di strutture non utilizzate. Per tutto questo serve che gli attori coinvolti si facciano portatori di responsabilità, un grande lavoro di squadra per raccontare la Toscana, la sua storia, la sua identità». E del senso dell’accoglienza, non a caso, ha parlato nel suo intervento il vescovo di San Miniato mons. Andrea Migliavacca.

Attraverso tutto ciò si punta a fare della via Francigena il primo «prodotto turistico omogeneo», secondo il dettato della nuova legge regionale: un obiettivo cui la Regione sta lavorando già dal 2016. Uno dei primi passi in questa direzione è il varo di una gestione partecipata del tracciato e delle attività collegate attraverso il coinvolgimento diretto dei 39 Comuni interessati al percorso, suddivisi in quattro «aggregazioni» (Nord, Centro Nord, Centro Sud e Sud), cui spetterà il compito di gestire e pianificare l’accoglienza e informazione turistica, le attività di manutenzione periodica ordinaria dei tracciati, la promozione e comunicazione nonché il monitoraggio e l’analisi dei flussi turistici. «Siamo tutti chiamati – ha concluso Ciuoffo – a scommettere sul nostro futuro, ad individuare risorse umane ed economiche per realizzare qualcosa di nuovo. La Toscana non può esaurire la propria attrattività con le grandi città d’arte. Il tratto di qualità di queste destinazioni più gettonate appartiene anche a tanti luoghi minori della Toscana, meno conosciuti. La storia ci ha consegnato tante emergenze storiche, culturali e artistiche che spetta a noi valorizzare e mettere in mostra».

A fare gli onori di casa per la firma, la mattina di sabato 4, del protocollo per la candidatura a Patrimonio Unesco è stata la vicepresidente e assessore alla Cultura della Regione Monica Barni, che ha spiegato come tale iniziativa sia «un riconoscimento della centralità e dei valori della Francigena», nonché «della loro importanza per i territori attraversati». «Mettere insieme sette Regioni che intendono cultura e turismo in modo diverso e che diversamente hanno deciso di valorizzare e promuovere il proprio patrimonio non è stato un compito facile», ha ammesso la vicepresidente. La Toscana ci è riuscita, operando come Regione capofila e coinvolgendo nel progetto Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Liguria e Lazio. Il lavoro di messa a punto della candidatura sarà portato avanti da un comitato di coordinamento composto da un referente politico ed uno tecnico per ciascuna Regione coinvolta, da una segreteria e dall’Associazione europea delle Vie Francigene, che effettuerà analisi preliminari al progetto di candidatura, elaborerà la documentazione necessaria e selezionerà la tratta da candidare più adeguata sotto il profilo scientifico. Un processo analogo era stato già avviato nel 2010 su iniziativa della Provincia di Siena ma, nonostante l’interesse suscitato, venne poi sospeso l’anno successivo: stavolta però le condizioni per giungere fino in fondo sembrano esserci tutte.

Durante la due giorni si è parlato anche dell’opportunità di sottoscrivere un altro protocollo, proposto dal consigliere regionale Francesco Gazzetti, per il coinvolgimento dell’associazionismo e del volontariato in campo sociale ed educativo. Con lo scopo finale, come ha sottolineato il direttore di Toscana Promozione Turistica Alberto Peruzzini, di «far uscire la Francigena da quello che adesso è un segmento di nicchia, rispetto a quelli che sono i grandi temi dell’offerta turistica e culturale della Toscana». «È fondamentale – ha concluso – cercare di ampliare le tipologie di esperienza che si possono fare sulla Francigena e nei territori circostanti ed è su questo che investiremo nei prossimi anni».