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La Lettera dei 138 dotti musulmani ai Capi cristiani

Il 13 ottobre 2007, a conclusione del Ramadan, 138 personalità islamiche hanno indirizzato al papa e ai capi cristiani una Lettera aperta dal titolo: “Una parola in comune tra Noi e Voi”. La lettera si situa in modo esplicito come prolungamento della prima, inviata proprio un anno fa a Benedetto XVI, quale risposta al suo discorso magistrale all’università di Regensburg (testo integrale). Riportiamo di seguito un estratto della Lettera rimandando al sito di www.acommonword.com per il testo integrale in italiano.

Insieme Musulmani e Cristiani formano ben oltre metà della popolazione mondiale. Senza pace e giustizia tra queste due comunità religiose non può esserci una pace significativa nel mondo. Il futuro del mondo dipende dalla pace tra Musulmani e Cristiani.La base per questa pace e comprensione esiste già. Fa parte dei principi veramente fondamentali di entrambe le fedi: l’amore per l’unico Dio e l’amore per il prossimo.Questi principi si trovano ribaditi più e più volte nei testi sacri dell’Islam e del Cristianesimo. L’Unità di Dio, la necessità di amarLo e la necessità di amare il prossimo sono così il terreno comune tra Islam e Cristianesimo. Quelli che seguono sono solo alcuni esempi:Sull’Unità di Dio, Dio dice nel Sacro Corano: Dì: Egli è Dio, l’Uno / Dio, sufficiente a Sé stesso (Al-Ikhlas, Sura della Sincerità 112:1-2). Sulla necessità dell’amore di Dio, Dio dice nel Sacro Corano: Così invoca il Nome del tuo Signore e sii devoto a Lui con una devozione totale (Al-Muzzammil, Sura dell’avvolto nel manto 73:8). Sulla necessità dell’amore per il prossimo, il Profeta Muhammad (su di lui la Pace e la Benedizione Divina) disse: “Nessuno di voi ha fede finché non ama per il proprio prossimo ciò cheama per se stesso.”Nel Nuovo Testamento, Gesù Cristo (su di lui la Pace) disse: ‘Ascolta Israele, il Signore è il nostro Dio, il Signore è Uno, e tu amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua mente, e con tutte le tue forze.’Questo è il primo comandamento. / E il secondo è questo: ‘Tu amerai il tuo prossimo come te stesso.’ Non c’è altro comandamento più grande di questi.” (Marco 12:29-31) Nel Sacro Corano, Dio Altissimo ordina ai musulmani di trasmettere il seguente richiamo ai Cristiani (e Ebrei – le Genti del Libro):Dì: O Genti del Libro! Venite a una parola comune tra noi e voi: che non adoriamo altri che Dio, e non associamo a Lui cosa alcuna, e che nessunodi noi scelga altri signori accanto a Dio. E se essi non accettano dite loro: testimoniate che siamo coloro che si sono dati completamente a Lui. (Aal‘Imran Sura della famiglia di ‘Imran 3:64) Le parole: non associamo a Lui cosa alcuna sono riferite all’Unità di Dio e le parole: non adoriamo altri che Dio, sono riferite all’essere completamente devoti a Dio.Quindi esse si riferiscono tutte al Primo e Più Grande Comandamento. Secondo uno dei più antichi e più autorevoli commentari del Sacro Corano, le parole nessuno di noi scelga altri signori accanto a Dio, significano ‘che nessuno di noi dovrebbe ubbidire ad altri disobbedendo a ciò che Dio ha comandato’. Questo è riferito al Secondo Comandamento perché giustizia e libertà di religione sono aspetti centrali dell’amore per il prossimo.Così nell’obbedienza al sacro Corano, come Musulmani invitiamo i Cristiani ad incontrarsi con noi sulla base di ciò che ci è comune, che è anche quanto vi è di più essenziale nella nostra fede e pratica: i Due Comandamenti di amore.

Il testo integrale in italiano della Lettera