Toscana

«La Vela», sessant’anni di campi scuola al mare

La storia del Villaggio «La Vela» è quella di un sogno realizzato con tenacia e lungimiranza. Giuseppe Arpioni (1924-2003), da tutti conosciuto come Pino, aveva appena 21 anni quando a fine agosto del 1945 rientrò dalla Germania, segnato dalle atrocità della guerra. Nei momenti più bui del conflitto, quando tutto sembrava perduto, aveva deciso di dedicare la sua vita all’educazione dei giovani, se mai fosse tornato vivo. E aveva capito che senza una formazione umana integrale, quella che alla sua generazione era mancata per colpa del Fascismo, anche l’educazione cristiana rimane sterile.

Prima come presidente parrocchiale della Giac di Empoli e poi, dal 1949, con incarichi a livello diocesano e regionale, cerca subito di mettere a frutto il periodo estivo – fino ad allora inutilizzato da parrocchie e Azione cattolica –, organizzando campi scuola in tenda in montagna.

Ma la «svolta» avviene nel 1952. Già da due anni è delegato regionale della Giac e dal 1951 consigliere comunale in Palazzo Vecchio, accanto a La Pira, che gli affida i Cantieri di lavoro. In quell’estate decide di portare centinaia di giovani al mare, nella pineta di Cavo dell’Elba. Le tende se le fa prestare dalla Croce Rossa. Ci vuole tanto coraggio. Non solo per le difficoltà logistiche (i viveri arrivavano in barca ogni giorno da Portoferraio) ma per l’idea stessa di organizzare un campo-scuola al mare, considerato dai più come un «luogo di perdizione». Al contrario Pino pensa che «se Dio lo ha fatto così bello, dobbiamo aiutare i giovani a vederne gli aspetti reali».

I ragazzi, quasi tutti provenienti dalle zone più povere della Toscana, tornano entusiasti dal Cavo, come dimostrano le centinaia di lettere che gli scrissero nei mesi successivi. E alla fine di ottobre del 1952, in una riunione del Nucleo regionale della Giac Pino fa un annuncio che mostra come già avesse in mente un disegno chiaro e lungimirante. «Fa presente – si legge nel verbale – che sono in progetto la costruzione di due Villaggetti in muratura: uno all’Isola d’Elba, l’altro sull’Abetone. Si tratterebbe della costruzione di 6 blocchi con 17 palazzine per Villaggio. Sarebbero perfezionati in un piano quinquennale. Per il Villaggio dell’Elba già sarebbe disponibile una prima somma di denaro, mentre per l’Abetone è già pronto il terreno. Tutti si augurano che questo bellissimo progetto divenga una grande realtà per il bene di tutti i giovani».

Ci vorranno meno di cinque anni e una buona dose d’incoscienza. Il Villaggio «Il Cimone» di Pian degli Ontani nasce nel 1954. Quello marino de «La Vela» nel 1955. Nel frattempo i campi-scuola marini si tengono ancora a Cavo nel 1953 (ma dentro la villa del senatore Bensa) e poi a Quercianella (nel 1954 e 1955). Fino alla primavera del 1955 aveva sperato di costruire il villaggio marino all’Elba, senza mai riuscire ad acquistare un terreno adatto. Poi improvvisamente ebbe l’opportunità di costruirlo a Castiglione della Pescaia (Gr). Nacque in meno di due mesi e in quell’anno ospitò solo due turni per i figli degli assegnatari dell’Ente Maremma, che aveva concesso in affitto il terreno. Per l’inaugurazione, il 17 settembre, arrivò anche il ministro dell’agricoltura Emilio Colombo. Poi dal 1956 partirono i campi della Giac, che continuarono la tradizione del Cavo e di Quercianella. E proseguirono anche quando la Giac nazionale ne volle le dimissioni (ottobre 1956) da delegato regionale, inducendolo a dar vita, nel 1959, all’Opera Villaggi per la gioventù.

Negli anni Sessanta e Settanta «La Vela» ha ospitato più volte Giorgio La Pira che ai giovani parlava di fedeltà a Cristo e alla Chiesa e di impegno per la pace e il dialogo tra i popoli. In quel terreno fertile sono nate esperienze ecumeniche importanti come il «campo internazionale», che quest’anno ha visto presenti giovani da 16 diversi Paesi del mondo.

In 60 anni dal Villaggio sono passate generazioni di giovani toscani e neanche la morte di Pino, nel dicembre 2003, ha interrotto l’attività formativa. All’inizio riservata ai maschi (come lo era la Giac), dal Duemila «La Vela» ospita anche le ragazze, mantenendo però fino ai 18 anni percorsi formativi separati. Il testimone di Pino è stato raccolto dall’Opera per la gioventù «Giorgio La Pira» – associazione laicale riconosciuta dalla Conferenza episcopale toscana – che lui stesso aveva voluto e indirizzato negli ultimi decenni di vita.

In 60 anni il Villaggio è cresciuto e si è via via ammodernato e anche i campi-scuola hanno subito mutamenti, rimanendo però fedeli a quel «sogno» iniziale: una formazione umana e cristiana integrale.