Vita Chiesa

L’Agorà dei giovani a Loreto: due giorni insieme al Papa

Sono alcune migliaia i giovani toscani in questi giorni a Loreto per l’incontro con papa Benedetto XVI. Oltre 2.000 sono quelli partiti con i pullman organizzati dalle varie diocesi: Tra i gruppi più numerosi quello di Firenze (circa 500 ragazzi) e quelli di Lucca e San Miniato (circa 170 da ciascuna diocesi). Alcuni di loro sono in Umbria già dall’inizio della settimana, per esperienze di gemellaggio con parrocchie locali, pellegrinaggi o campi scuola; altri arrivano in questi giorni per partecipare alla veglia con il Papa e alla Messa di domenica mattina. A questi duemila, si aggiungono i giovani toscani che si sono uniti ai gruppi nazionali di associazioni e movimenti (Neocatecumenali, Focolari, Comunione e Liberazione, la Gioventù Francescana…).

Una pattuglia nutrita, che si aggiunge ai tanti coetanei giunti da tutta Italia per quello che probabilmente rappresenta il più grande evento giovanile promosso direttamente dalla Chiesa italiana. L’incontro di Loreto fa parte infatti del cammino dell’«Agorà dei giovani italiani», un percorso triennale organizzato dal Servizio di pastorale giovanile della Cei. L’evento si è aperto ufficialmente mercoledì 29 agosto, con l’arrivo dei primi gruppi di pellegrini ospitati nelle parrocchie intorno a Loreto. Sabato, il raduno nel grande prato di Montorso, a pochi chilometri dal santuario, dove alle 18 prende il via l’incontro di riflessione, dialogo e preghiera insieme a Benedetto XVI. La serata prosegue con uno spettacolo animato da musica e testimonianze; per chi vuole poi la notte (in attesa delle lodi del mattino e della celebrazione eucaristica con il Santo Padre, alle 9,30) può diventare un momento di preghiera, con laboratori di ascolto e spiritualità disposti nel fondo della valle: sono le otto «fontane di luce» che, disposte ad emiciclo, sono pronte ad accogliere chi sente il bisogno di attingere risposte per la vita. Alla «fontana della Riconciliazione», in particolare, dalle 23 alle 7 del mattino c’è la possibilità di confessarsi: a disposizione oltre 200 sacerdoti provenienti da tutta Italia.

Tra le novità di questa «Agorà», spiega don Domenico Pompili, direttore dell’Ufficio comunicazioni sociali della Cei e responsabile della comunicazione per questo evento, c’è l’uso della tecnologia come strumento per arrivare ai giovani, a partire dal sito internet (www.agoradeigiovani.it) che viaggia alla media di 60mila accessi giornalieri. Un altro aspetto interessante riguarda la Veglia (trasmessa, così come la Messa di domenica mattina, su Raiuno e Sat2000) durante la quale, spiega don Pompili, «il linguaggio privilegiato è quello  del dialogo personale: sarà il papa ad ascoltare le domande dei giovani. Lo spettacolo serale poi avrà la forma di una narrazione. Più che un assemblaggio di personaggi noti della musica (da Baglioni alle Vibrazioni, da Bocelli a Dalla) sarà la storia di un uomo che si lascia incontrare da Dio, esattamente come Maria nella sua casa di Nazareth. Anche i vip della musica italiana entrano all’interno di questa ricerca spirituale, attraverso frammenti autentici della loro esperienza di vita».

In eventi come questo di Agorà i giovani trovano quella ribalta «positiva» che la tv e i media in generale riservano loro solo per fatti di cronaca nera. Ma cosa vengono a chiedere questi giovani alla Chiesa, e cosa la Chiesa ha da offrire loro? «Mi pare – risponde don Pompili – che proprio la parola Agorà evocando la piazza delle antiche città greche, suggerisca uno spazio allargato di incontro a cielo aperto, una possibilità di confronto senza pregiudizi o paure. Credo che questo desiderino i giovani: stabilire un contatto, superando la solitudine in cui spesso vivono. In altre parole chiedono di essere ascoltati e sembrano pure voler dire che non sono come spesso ci si attarda a descriverli. Allo stesso tempo anche ai giovani è offerta una possibilità: quella forma privilegiata di incontro con Dio, simboleggiato dalla Santa Casa, dentro le cui mura risuonarono parole di vita che cambiarono la vita di una giovane. In una stagione in cui i giovani sono spesso provocati dalla vuotezza di certi stili di vita, il Vangelo torna  a sedurre in tutta la sua sconcertante semplicità».