Vita Chiesa

L’anniversario: sessant’anni fa l’incontro tra Paolo VI e il patriarca Atenagora

Il 5 gennaio 1964 si incontrarono a Gerusalemme: un evento storico che riaprì il dialogo tra le Chiese dopo secoli di scomuniche

Il 5 gennaio del 1964 papa Paolo VI e il patriarca ecumenico di Costantinopoli Atenagora si incontrarono a Gerusalemme, sul Monte degli Ulivi. Un momento storico, che arrivava dopo molti secoli. Le due guide spirituali tolsero insieme le scomuniche che gravavano sulle loro rispettive Chiese sin dal grande scisma del 1054. L’abbraccio fu l’immagine del cambiamento e del nuovo corso nelle relazioni ecumeniche tra cattolici e ortodossi.
Papa Montini, eletto al soglio di Pietro il 21 giugno 1963, aveva preso già dal settembre dello stesso anno, la decisione di recarsi in Terra santa. Nel suo pellegrinaggio, a Gerusalemme, ci fu anche lo storico incontro in cui Atenagora, rivolgendosi al Papa, lo salutò chiamandolo «Santissimo Fratello in Cristo». 45 minuti che lasciarono tracce indelebili nella storia delle relazioni ecumeniche. Al termine fu firmata una dichiarazione comune che sanciva la reciproca decisione di togliere dalla memoria della Chiesa, e gettare nell’oblio, le sentenze di scomunica «il cui ricordo costituisce fino ai nostri giorni di ostacolo al riavvicinamento nella carità». Riguardo allo scisma, il papa e il patriarca dichiaravano di «dolersi delle parole offensive, dei rimproveri senza fondamento, e dei gesti reprimevoli che, da una parte e dall’altra, hanno segnato o accompagnato i tristi eventi di quell’epoca» e di «deplorare gli ulteriori avvenimenti che, sotto l’influenza di fattori diversi, tra i quali la incomprensione e la diffidenza reciproche, hanno infine condotta alla rottura effettiva della comunione ecclesiale».
Paolo VI e Atenagora si scambiarono poco dopo, nel 1967, due visite reciproche a Istanbul e a Roma. Fu l’inizio di un percorso di riconciliazione che dura ancora oggi. Conclude Burigana: «Il valore dell’incontro del 5 gennaio 1964 va ben oltre l’orizzonte del cammino ecumenico perché indica una strada per la pace nella riconciliazione e nella giustizia, tanto più necessaria nei tempi presenti, così come è stato anche ricordato da papa Francesco e dal patriarca Bartolomeo, in occasione del loro viaggio in Terra Santa, nel maggio 2014, per il 50° anniversario di quell’incontro, che tanto pesò anche nella celebrazione del Concilio Vaticano II».