Italia

Lavoro: Istat, tasso di disoccupazione in calo (10,5%). Scende anche quello giovanile (31,6%). Aumento per gli inattivi

«I dati relativi a novembre – spiega l’Istat – confermano un quadro di sostanziale stazionarietà dei livelli occupazionali. La stabilità congiunturale dell’occupazione a novembre deriva, come a ottobre, da una lieve crescita dei dipendenti permanenti e una diminuzione di quelli a termine».

Stando ai dati diffusi, infatti, a novembre si è registrato un lieve aumento dei dipendenti permanenti (+15mila) e una diminuzione di quelli a termine (-22mila). Cresce l’occupazione maschile, mentre cala quella femminile. Torna a calare, dopo due mesi di crescita, la stima delle persone in cerca di occupazione (-0,9%, pari a -25mila unità). Il calo si concentra prevalentemente tra le donne e le persone da 15 a 34 anni.

Nel trimestre settembre-novembre 2018 l’occupazione registra una lieve flessione rispetto al trimestre precedente (-0,1%, pari a -26mila unità). La diminuzione riguarda le donne e le età centrali tra i 25 e i 49 anni. Nell’arco del periodo crescono i dipendenti a termine (+13mila) mentre calano i permanenti (-23mila) e gli indipendenti (-17mila).

A novembre 2018, il tasso di disoccupazione ha registrato un calo dopo due mesi di crescita sostenuta e si è attestato al 10,5% (-0,1%), quello giovanile scende al 31,6% (-0,6%).  A novembre, l’Istat stima invece un aumento degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (+0,2%, pari a +26mila unità). L’aumento si concentra tra le donne e le classi di età estreme dei 15-24enni e degli over50. Il tasso di inattività sale al 34,3% (+0,1 punti percentuali).

Nel trimestre settembre-novembre 2018, al calo degli occupati si è associato quello degli inattivi (-0,2%, pari a -32mila) mentre aumentano i disoccupati (+1,3%, +35mila).

Su base annua, l’occupazione cresce dello 0,4%, pari a +99mila unità. «L’espansione – spiega l’Istituto nazionale di statistica – interessa solo gli uomini e i lavoratori a termine (+162mila); risultano lievemente in crescita gli indipendenti, mentre si registra una flessione dei dipendenti permanenti (-68mila)». Nell’anno aumentano esclusivamente gli occupati ultracinquantenni (+275mila), mentre si registra una flessione tra i 15-49enni (-175mila). Al netto della componente demografica si stima comunque un segno positivo per l’occupazione in tutte le classi di età.

Nei dodici mesi, la crescita degli occupati si accompagna al calo dei disoccupati (-4,3%, pari a -124mila unità) e degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-0,4%, -49mila).