Toscana

«Letturisti» e «recapitisti» nella giungla dell’acqua

di Ennio Cicali

Difficile districarsi tra norme e decreti in un mondo che risale agli anni ’20. Centinaia di euro per installare il contatore singolo. Contestata la richiesta di Publiacqua per l’adeguamento del deposito cauzionale. L’Ato3 chiede di rivedere i criteri di calcolo.

Ci voleva la richiesta di Publiacqua di adeguare il deposito cauzionale per far riemergere le figure del «letturista» e del «recapitista« che per molti rendono «barocco» il sistema idrico toscano. Si tratta di figure che risalgono ai primi anni’20, che molti ignorano e hanno il compito di fatturare il consumo dell’acqua. In molte zone della Toscana il gestore idrico non ha un contatto diretto con i singoli utenti. Legge solo il contatore generale, inviando una bolletta cumulativa a società terze, dette appunto «recapitiste», che ritirano i soldi dagli utenti e pagano poi la bolletta al gestore idrico secondo una ripartizione spesso all’origine di contrasti sull’entità del consumo e dell’importo da pagare.

Chi determina e come il consumo? Difficile districarsi in questa giungla: il regolamento di condominio deve prevedere la suddivisione in parti uguali, secondo i componenti del nucleo familiare o altre indicazioni. Disposizioni pienamente vincolanti se contenute in un regolamento contrattuale o in una deliberazione dell’assemblea che abbia il voto unanime di tutti i condomini.

Non sempre esiste un regolamento di condominio, allora? Bisogna allora capire come si debba suddividere la spesa della bolletta dell’acqua, in mancanza di elementi di riferimento fattuali o regolamentari. Varie leggi si sono succedute nel tempo finché un decreto del 2006 prevede l’installazione di un contatore per ogni singola unità immobiliare. Così facendo la bolletta sarà calcolata in base ai consumi rilevati dal contatore generale, mentre la ripartizione interna avverrà sulla base dei consumi effettivi dei singoli condomini.

Può accadere che gli appartamenti non siano dotati del contatore, specie in edifici di non recente costruzione. In questo caso il decreto è chiaro: ogni utente se ne deve dotare a proprio carico affrontando una spesa di centinaia di euro per collocare il contatore in un ambiente che ne renda agevole la lettura. Facile dirlo in un decreto, difficile nella realtà, specie se si tratta di un inquilino e non del proprietario dell’appartamento.

Fin qui leggi e regolamenti. Spesso però la realtà è ben diversa, come accade a Firenze dove 165 mila famiglie ricevono quattro volte l’anno, la fattura da una delle 14 società «recapitiste» che si occupano di leggere il contatore generale, spesso collocato nell’androne dell’edificio, controllato almeno una volta l’anno dal «letturista». Lettura che serve per la fattura a conguaglio, per le altre tre vale il consumo presunto di ogni singolo nucleo Che l’argomento sia incandescente lo dicono le frequentissime prese di posizione delle associazioni dei consumatori sulle ripartizioni spesso all’origine di fatture di migliaia di euro. Su ogni fattura grava poi una spesa di 7-7,5 euro, 28 – 30 l’anno. È paradossale, però, che a fronte di un giro di affari di decine di milioni di euro i «recapitisti» non siano responsabili, secondo il codice civile, per eventuali mancati pagamenti da parte dei singoli condomini. È così che interi immobili si ritrovano qualche volta a secco perché qualcuno è moroso.

Sono sempre più numerosi, intanto, i cittadini che chiedono al Forum Toscano dei Movimenti per l’Acqua e alle associazioni dei consumatori indicazioni sul pagamento delle bollette di Publiacqua che prevedono l’aumento del deposito. Anche l’ufficio di presidenza del consiglio comunale di Figline Valdarno ha deciso all’unanimità di presentare un ordine del giorno in cui si esprime contrarietà verso l’operato di Publiacqua e chiede all’azienda di ridurre l’incidenza del deposito cauzionale nei confronti di famiglie e aziende già in difficoltà a causa della crisi.

Presa di posizione anche dell’Ato 3, l’Autorità di ambito del Medio Valdarno che per 53 Comuni definisce gli obiettivi per la fornitura dell’acqua potabile. Un ampio territorio che comprende la valle dell’Arno da Montevarchi fino alla area metropolitana Firenze – Prato – Pistoia,  Mugello e  Valdisieve, nel quale dal 2002 opera Publiacqua. Nell’ultima assemblea dei sindaci è stato chiesto di rivedere i criteri di calcolo del deposito cauzionale. Anche in tale occasione l’Autorità di ambito ha richiesto un gesto di responsabilità all’azienda, chiedendo che l’adeguamento del deposito cauzionale fosse cautelativamente sospeso, ma la risposta è stata di un’impossibilità a fermare il flusso della fatturazione.

L’Autorità di ambito sta ora provvedendo, in linea con quanto richiesto dai sindaci, a una proposta di nuovi criteri di calcolo del deposito cauzionale che attenui l’impatto sulle famiglie. Non è, infatti, corretta, secondo l’Ato 3, la stima dichiarata da Publiacqua riguardo all’ammontare medio del deposito cauzionale. Per chi ha dei parametri di reddito e patrimonio particolarmente bassi, circa 5.000 le famiglie, sono previste nuove forme di agevolazione che non possono che trovare il plauso dell’Autorità di ambito, in particolare se il finanziamento delle stesse deriva dagli utili dell’azienda. Se invece si tratta di aumentare le tariffe per finanziare tali agevolazioni, l’Autorità di ambito ricorda che l’ultima decisione spetta ai sindaci.