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Lo sviluppo e la ricerca vanno verso l’industria 5.0

Nel 2024 è impossibile avviare un’impresa di ogni tipo senza sfruttare le potenzialità della tecnologia. Tanto che gli esperti del settore stanno già parlando di una transizione 5.0

Il futuro dell’impresa, di qualsiasi industria, è digitale. L’industria 4.0 sta diventando una realtà, con sempre più aziende italiane (e non) che implementando le nuove tecnologie per diventare più efficienti e sostenibili. Così come nascono sempre più startup innovative, che spingono non solo sviluppano queste tecnologie, ma che le usano per il loro processo produttivo. 

Insomma, nel 2024 è impossibile avviare un’impresa di ogni tipo senza sfruttare le potenzialità della tecnologia. Tanto che gli esperti del settore stanno già parlando di una transizione 5.0. 

Definita anche come “collaborative industry,” questa fase rappresenta un modello di impresa che prevede la collaborazione tra uomo e robot. Tra gli obiettivi maggiori di questa transizione ci sono la realizzazione di prodotti fatti su misura e il rispetto dell’ambiente. Entrambi temi che sono fondamentali non solo per le imprese 5.0, ma anche per i consumatori che stanno diventando coscienti e responsabili nei loro acquisti. Infatti, la Commissione europea ha scritto che questa transizione “è in grado di apportare benefici all’industria, ai lavoratori e alla società.”

Nella fase dell’industria 4.0, una delle preoccupazioni più grandi era la perdita di posti di lavoro. Invece, la nuova fase prevede un approccio human-centric, cioè che mette l’umano al centro. La tecnologia diventa uno strumento di supporto e non un sostituto, un’assistente cruciale anche per prevenire gli incidenti e le morti sul lavoro. 

Tra i tanti strumenti tech che possono supportare i lavoratori e le imprese c’è il sensore lidar, un modello smart di questi dispositivi. Esistono diversi tipi di sensori, tutti con applicazioni in diversi settori. Come i sensori di pressione per rilevare la pressione di gas e fluidi oppure quelli fotoelettrici, che usano la radiazione elettromagnetica per rilevare la presenza di un oggetto.

L’industria 5.0 si concentra anche sui robot, che possono essere usati in diverse industrie, da quella medica fino a quella dell’edilizia. Secondo lo studio dell’International Federation of Robotics, l’Italia è seconda in Europa per produzione di robot per l’industria smart, seconda solo alla Germania. Nel 2022, sono state installate nelle fabbriche italiane quasi 11.620 unità, il 10% in più rispetto al 2021, con il 16% del totale europeo di installazioni robotiche. 

Quali sono i settori italiani che sfruttano di più questa tecnologia? Prima fra tutti l’industria metallurgica e meccanica (con la vendita di 3700 unità), seguite da quella della plastica e dei prodotti chimici (con una crescita registrata del +42%) e, per terminare il podio, l’industria del food & beverage. L’unico settore che ha dato segni di decrescita è quello dell’automotive, con gli investimenti in robot che sono diminuiti dal 22%. 

Comunque, l’Italia continua ad essere l’avanguardia di questa trasformazione digitale in Europa. 

“Pur in un contesto di forti incertezze il settore manifatturiero italiano è in buona salute,” ha detto Marco Delaini, managing director di Fanuc Italia durante una recente intervista, “la domanda di robotica si sta diffondendo rapidamente in tutti i contesti d’impresa.”

Parte integrante di questa realtà è la ricerca, perchè il vero cambiamento parte dai gruppi di ricercatori che studiano, analizzano e producono i robot. 

Nel 2023, l’azienda di robotica spagnola Pal Robotics ha aperto una filiale a Bari, la prima in Italia, con un investimento di 5 milioni di euro. Con un progetto di cinque anni, Pal Robotics punta sul territorio nazionale e sulle sue risorse d’eccellenza come il Politecnico. A Genova, il Centro di Ricerca e Sviluppo di Eircsson sta sviluppando strumenti di industry 5.0 come le auto senza conducente, i robot come guide per i musei e i droni. E poi c’è Hannes, la mano protesica pensata per i pazienti che hanno perso la funzionalità della loro mano.