Lucca

Lucca, San Michele in Foro: presto al via le analisi preliminari per il restauro

A parlarne con entusiasmo è l’architetto Marco Mei: «Per avviare i lavori serve un architetto, ma non sono il solo. Sono un po’ il portavoce di un numeroso gruppo di professionalità coinvolte. Con me ci sono altri due architetti. Poi ingegneri, geologi e geotecnici, un archeologo, professionisti del restauro lapideo e del legno…».

Il percorso per arrivare a questo momento non è stato semplice, ma adesso ci sono tutte le carte in regola e anche la spinta della città inizia a farsi sentire: «Quasi tutte le professionalità coinvolte sono lucchesi e giovani e intervengono su un simbolo di Lucca. Anche questo aiuta a coinvolgere, per creare motivazione alla conservazione del costruito, per tramandarlo alle generazioni future. Tutta la città deve sentirsi parte, coralmente, di questo progetto. Siamo sostenuti dalla Fondazione Crl, abbiamo poi la fattiva collaborazione del Comune di Lucca». E aggiunge: «Dal 2021, dopo l’annuncio del progetto, non siamo stati fermi. Abbiamo fatto il rilievo laser-scanner tridimensionale di tutto il complesso, interno esterno, il sotto tetto, e la cripta. Abbiamo già fatto dei rilievi fotografici, anche con l’ausilio di un drone sia sulle superfici interne che estrerne. Abbiamo poi acquisito le scansioni del sottosulo della piazza, effettuate circa dieci anni fa». Poi l’architetto Mei descrive i primi interventi che partiranno a marzo: «La prima operazione consisterà nel prelievo di micro-campioni, da parte del restauratore, dalle facciate interna ed esterna del campanile. Cominceremo con la parte più complessa e meno nota dell’edificio. Questi campioni saranno analizzati al microscopio ottico per capirne la natura ma anche il degrado che affligge il materiale. E questo dirà cosa fare. Parallelamente, sempre il restauratore metterà 12 sensori di monitoraggio strutturale sul campanile. Questi sensori sono stati studiati da alcuni giovani ingegneri informatici e civili di Lucca che con la loro “Move Solution” li hanno brevettati. Riescono a percepire le più minute vibrazioni o inclinazioni. Permettono di capire come la struttura reagisce non solo, e non ce lo auguriamo, ai terremoti, ma anche al passaggio dei mezzi e delle persone, ad ogni fluenza esterna. Appena posizionati avremo in tempo reali i dati e i grafici per modellare il successivo intervento. Questi sensori sono stati installati anche sulla Basilica di san Francesco ad Assisi, in quella di San Marco a Venezia. Perfino sul Colosseo per studiare l’impatto della nuova linea della metropolitana in costruzione nella capitale».

In effetti la struttura del Campanile resta poco studiata e all’interno non è in ottime condizioni. Non vi sono mai stati effettuati restauri. Partire da qui è una bella sfida e chissà che non porti a delle scoperte interessanti. Ma accanto a questo Mei conferma quanto annunicato nel 2021. C’è l’analisi del sottosuolo della piazza e quindi del terreno dove la chiesa di San Michele si poggia. Occuparsi anche di ciò che sta sotto l’edificio è fondamentale per valutare gli aspetti di sicurezza del complesso. Oltre alle scansioni già effettuate, ne verranno fatte di nuove sulla piccola porzione della piazza dove sarà effettuato «un saggio stratigrafico di almeno 1 metro per 2 e profondo 1,5 metri. Appurato che non ci siano evidenze archeologiche si procederà ad un sondaggio (un vero e proprio carotaggio, ndr) a 30 e poi 50 metri, per avere il massimo di informazioni possibili sul terreno sottostante». Queste sono solo le analisi preliminari, dai cui risultati sarà impostato il successivo intervento.