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MEDIO ORIENTE: GREGORIOS III, «FORZA INTERNAZIONALE PER CRISI ISRAELO-PALESTINESE»

Risolvere la crisi israelo-palestinese significa porre fine a tutte quelle «calamità, guerre e depredazioni del Medio Oriente» che ne sono la diretta conseguenza. Ne è convinto Gregorios III Laham, patriarca melchita di Antiochia, di tutto l’Oriente, di Alessandria e di Gerusalemme, che in una nota diffusa dal suo patriarcato, affronta la questione mediorientale. Un concetto, peraltro, già espresso dal Sinodo dei vescovi per il Medio Oriente del 2010 che aveva rimarcato come «i movimenti fondamentalisti, le discordie interne ai Paesi arabi, la lentezza del loro sviluppo e la crescita dell’odio» siano anch’essi, insieme alla «fuga dei cervelli e l’emigrazione dei cristiani» prodotti di questo ultradecennale conflitto. Per il patriarca melkita urge «una pace coraggiosa»: «i colloqui di pace falliti – scrive – hanno solo inasprito rivolte e delusioni. Israeliani e palestinesi hanno il diritto di vivere in uno stato sovrano entro confini sicuri». Per Laham serve l’intervento di una «terza parte», una «forza morale internazionale». «Come nel 1948 l’Onu sostenne la nascita dello stato di Israele, oggi si lasci che la comunità internazionale, le nazioni più influenti, trovino il coraggio per fare pressione su Israele affinché accetti la creazione di due Stati». Una pressione morale «da considerarsi un sostegno al popolo ebraico» in quanto andrebbe, da un lato, «a persuadere la classe politica israeliana a rinunciare alla rigida, letterale, applicazione dei due fondamenti di Israele, la religione e il nazionalismo» e dall’altro sarebbe accompagnata dalla «cooperazione e dal sostegno internazionale». «La vera pace – conclude il patriarca Laham – si nutre di prosperità e sviluppo per tutti». (Sir)