Vita Chiesa

MEETING SANT’EGIDIO: EBREI, CRISTIANI E MUSULMANI DI FRONTE ALLE SCRITTURE SACRE

(Barcellona) “E’ necessario e possibile che le diverse comunità di fede si incontrino sulla Parola di Dio, perché incontrandosi si arricchiscono a vicenda dei doni gli uni degli altri, e contribuiscono così a costruire tra loro una famiglia dei popoli, che è la famiglia di Dio”. Con queste parole il card. Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, ha aperto questa mattina a Barcellona la tavola rotonda su “La Scrittura e i credenti”, organizzato nell’ambito del 12° Meeting internazionale per la pace promossa nella città spagnola dalla Comunità di Sant’Egidio. Alla tavola rotonda partecipano esponenti delle diverse tradizioni religiose. Il primo a parlare è il Rabbino capo della Comunità ebraica di Roma, Riccardo di Segni, che ricorda elencando i 150 precetti che scandiscono la vita di un ebreo che per la tradizione ebraica la Scrittura è “la guida della vita quotidiana”, indica “chi sei, dove ti devi dirigere e a chi appartieni”. Per questo, “non si tollera l’ignoranza. Lo studio è un dovere della vita religiosa da compiere dal momento cui si è in grado di farlo fino alla fine della vita. Una Scrittura non frequentata è come un corpo senza vita”. “La Scrittura – ha proseguito Kari Makinen, primate della Chiesa luterana di Finlandia – proprio a causa della sua santità, richiede umiltà e l’umiltà richiede silenzio”.“Questo silenzio – aggiunge – non è essere muti, non è condizione che separa gli uni dagli altri, ma è partecipazione a qualcosa di più grande del proprio io e della propria comprensione. Questo è il punto di partenza per un dialogo genuino”. “Non giudicate l’Islam in base a ciò che dicono e fanno i fondamentalisti in nome dell’Islam”, ha chiesto il musulmano sunnita (Arabia Saudita) Abdoulah Ould Al-Mahfoud Ould Biy. “Giudicate l’Islam in base ai suoi testi religiosi”. “Un libro sacro – ha concluso il biblica cattolico spagnolo Armando Puig – è un ponte tra cielo e terra, la presenza in mezzo a noi dell’Autore della vita, una bussola che orienta. Un credente non guarda alle Scrittura come ad una coercizione della sua libertà. Un credente si avvicina al testo sacro, partendo da un sì, da una porta aperta del cuore”. Ed ha aggiunto: “In un tempo di crisi in cui è più facile contrapporsi più che convivere, le Scritture sono un faro che ci preservano da molte oscurità. Senza la presenza a amica di un Dio che ci parla, il mondo corre il rischio di convertirsi in una lotta costante per vedere chi impone la sua volontà. Le Scritture liberano, chi le legge, sollevano dalla discordia e dalla alterigia”.Sir