Toscana

Meningite: altri due casi a Firenze e Prato. E ad Arezzo non c’è posto per vaccinarsi

Il primo caso riguarda una 22enne americana, ricoverata in prognosi riservata all’ospedale di Santa Maria Nuova a Firenze, dove attualmente vive per motivi di studio. Lo rende noto l’Asl spiegando che è già in corso da parte del dipartimento di prevenzione fiorentino l’indagine epidemiologica per risalire ai contatti stretti che dovranno sottoporsi alla profilassi antibiotica. La situazione clinica della giovane, si spiega ancora, è stabile e non presenta particolari complicazioni.

L’altro caso di meningite C è a Prato. Secondo quanto spiegato dalla Asl, ad essere colpito dall’infezione è un settantenne, ricoverato in rianimazione all’ospedale pratese. Il servizio di igiene e pubblica e della nutrizione del Dipartimento di prevenzione della Asl, si spiega in una nota, “ha prontamente attivato tutte le procedure per la profilassi e sta sottoponendo, già dalle prime ore di questa mattina, a copertura antibiotica i familiari e le persone che nei 10 giorni precedenti all’esordio dei sintomi del paziente hanno avuto contatti stretti e ravvicinati con lo stesso. E’ in corso l’ inchiesta epidemiologica per ricostruire i luoghi frequentati dal paziente, sempre nel periodo di 10 giorni dall’esordio dei sintomi”.

Salgono a 10 i casi di meningite in Toscana in poco più di un mese, da inizio anno: due le persone decedute. Sono intanto migliorate le condizioni del 23enne, di Bagno a Ripoli (Firenze) ricoverato da domenica scorsa all’ospedale fiorentina di Santa Maria Annunziata, sempre per infezione da meningococco di tipo C. 

L’invito è a vaccinarsi. «Ma ad Arezzo – si legge in una nota di Forza Italia – i sanitari sono così saturi di richieste che non ci si può neppure prenotare: bisogna procedere per tentativi telefonici successivi di settimana in settimana incrociando le dita. E’ stato questo il timing comunicato questa mattina dall’incolpevole operatrice di call center a Francesco Conti, coordinatore comunale di Forza Italia a Arezzo». Conti ha subito rivolto la sua segnalazione con tanto di orari e codici identificativi al Vicepresidente della Commissione sanità del Consiglio regionale Stefano Mugnai(capogruppo Forza Italia).

Nel suo documento dunque Mugnai parte dal caso aretino per estendere il suo raggio di indagine: «Da altre segnalazioni ricevute – scrive infatti nel suo atto – le liste di attesa nelle Asl sarebbero molto lunghe e molti medici di medicina generale avrebbero finito le scorte di vaccini». Il Vicepresidente della Commissione sanità richiama «anche il recente comunicato dell’assessore alla salute con il quale si dice che “a metà febbraio partiranno le indagini epidemiologiche che quella per la ricerca dei portatori”» per arrivare a domandare chiarezza su tempi e modalità con cui la Regione intende ripristinare l’accesso tempestivo ai vaccini.

Perché, domanda Mugnai, «i ritardi della consegna dei vaccini, vista la situazione di comprensibile allarme dovuto al diffondersi della meningite tra la popolazione toscana»? E quali «i motivi dei ritardi nell’indagare e isolare i portatori della sepsi»? Ancora, l’esponente di Forza Italia chiede di sapere «quando dovrebbero essere consegnati i vaccini mancanti ai medici di medicina generale di Arezzo e quando si riapriranno le agende per la programmazione delle vaccinazioni», nonché «quale sia la situazione della consegna dei vaccini nelle altre aziende sanitarie (suddivise per le ex dodici Usl ante riforma)».