Italia

Migrazioni: Istat, in dieci anni triplicati gli italiani all’estero, da 51mila a 157mila. +7% nel 2016

Negli ultimi dieci anni, ricorda l’Istat, le emigrazioni sono più che triplicate, passando da 51mila a 157mila (+7% sul 2015), mentre le immigrazioni si sono ridotte del 43%, passando da 527mila nel 2007 a 301mila nel 2016. Gli emigrati di cittadinanza italiana nati all’estero ammontano a circa 28mila (+19% rispetto all’anno precedente): il 50% torna nel Paese di nascita, il 43% emigra in un Paese dell’Unione europea, il restante 7% si dirige verso un Paese terzo non Ue. Se si guarda il Paese di destinazione si vede che le mete europee si confermano le preferite, con Regno Unito al primo posto (21,6%), seguito da Germania (16,5%), Svizzera (9,9%) e Francia (9,5%). I flussi verso il Regno Unito, passati da 17.000 a 25.000 in un anno con l’aumento del 42% sono però un effetto indotto dalla Brexit: molti italiani già residenti hanno dovuto registrarsi all’Aire (Anagrafe residenti italiani all’estero) per regolarizzare la loro posizione. In aumento i laureati italiani che lasciano il Paese, sono quasi 25mila nel 2016 (+9% sul 2015) anche se tra chi emigra restano più numerosi quelli con un titolo di studio medio-basso (56mila, +11%).

Nel 2016 sono stati quasi 301mila gli immigrati che si sono iscritti all’anagrafe italiana dall’estero (+7% rispetto al 2015), 9 su 10 riguardano cittadini stranieri. Al primo posto si conferma la comunità rumena, con 45mila iscritti seguita dalla pakistana (15mila), nigeriana (15mila), marocchina (15mila), albanese (13mila) e cinese (12mila). Continuano a crescere le immigrazioni dei cittadini africani; in particolare, vi sono stati aumenti significativi dai cittadini guineiani (+161%), ivoriani (+73%), nigeriani (+66%), ghanesi (+37%) e gambiani (+30%). Consistenti anche i flussi di pakistani (15mila, +30%), albanesi (13mila, +12%) e brasiliani (10mila, +50%), calano invece le immigrazioni dei cittadini di area asiatica: cingalesi (-18%), cinesi (-17%), bengalesi (-14%) e indiani (-11%).

Dopo tre anni di calo torna a crescere la mobilità all’interno dell’Italia, con un flusso dal Sud verso il Centro-Nord  o tra comuni della stessa regione: nel 2016 hanno spostato la residenza 1 milione e 331mila persone (+4%), in aumento anche i trasferimenti degli anziani (da 99mila ultra sessantacinquenni nel 2006 a 116mila nel 2016, +18%). All’aumento degli spostamenti interni contribuiscono anche gli stranieri, con 230mila cambiamenti di residenza, circa 27mila in più rispetto al 2015. Le province del Nord come al solito sono le più attrattive: al primo posto l’Emilia Romagna (+2,3 per mille) con Bologna e Rimini, seguita da Trentino Alto Adige (+2,1 per mille), Lombardia (+1,7). Partono soprattutto da Basilicata (-3,8), Calabria (-3,5) e Molise (-3,4). Perdono più residenti le province siciliane e calabresi: Vibo Valentia (-5,2 per mille), Enna (-5,1), Caltanissetta (-4,8 per mille), Reggio Calabria (-4,4 per mille). Per quanto riguarda gli anziani, oltre i 70 anni si trasferiscono soprattutto le donne, per via della maggiore longevità. Si ricongiungono a familiari o si recano presso case di cura.