Vita Chiesa

MONS. BETORI: SULLA MESSA IN LATINO C’E’ UN CLIMA SERENO NEL PAESE

“Il Motu Proprio che permette la celebrazione della messa secondo il rito di Giovanni XXIII ha registrato una totalità di adesioni alla volontà del Papa e si sta manifestando come un momento di crescita della comunità cristiana nel nostro Paese”: il Segretario generale della CEI, mons. Giuseppe Betori, ha risposto con queste parole alla domanda di un giornalista sulla messa in latino e su eventuali difficoltà in qualche diocesi. “Posso confermare che non risultano problemi nella sua applicazione – ha aggiunto – tolti sparuti momenti di difficoltà da parte di qualche piccolo gruppo. Nelle diocesi si vanno scegliendo le soluzioni più adeguate alla realtà locale. Così ad esempio a Roma si è risolto con la concessione di una parrocchia ad personam, mentre a Firenze, la diocesi dove sono destinato, risultano tre luoghi dove si celebra messa secondo questo rito antico. Di fatto – ha concluso mons. Betori – si può dire che non risultano lamentele da parte dei fedeli e si registra un clima molto sereno nel Paese attorno a questa realtà”. “Con la valutazione e definizione della traduzione italiana dell’eucologia del ‘proprio’ del Tempo e di quello dei Santi del Messale Romano si apre una fase nuova dell’impegno della Chiesa per l’educazione e l’interpretazione dei segni liturgici e del linguaggio liturgico”, ha detto ancora il segretario generale della CEI mons. Giuseppe Betori durante la conferenza stampa. Dopo aver spiegato che la prima delle due parti del “messale romano” è già stata vista e approvata dalle Conferenze episcopali regionali, mentre la seconda sta iniziando ora il proprio iter di verifica, mons. Betori ha sottolineato che “si avverte un po’ dovunque l’esigenza di una più diffusa e approfondita educazione spirituale e liturgica”. Ha poi parlato della formazione dei preti circa la quale la Congregazione per l’Educazione Cattolica ha chiesto alle Conferenze episcopali un parere sulla nuova edizione della “Ratio fundamentalis institutionis sacerdotalis”, il documento magisteriale che contiene i criteri formativi del clero a livello mondiale. “Tale documento risale al 1971 ed è stato aggiornato nel 1984, dopo l’emanazione del nuovo Codice di diritto canonico – ha aggiunto -. Ma a distanza di oltre vent’anni sembra oggi necessario un adeguamento alla luce dell’evoluzione culturale e sociale”.Sir