Lucca

Mons. Castellani: preghiamo per sostenere i cardinali nella scelta del nuovo Papa

Dopo l’annuncio di Benedetto XVI, dopo cioè la dichiarazione di rinuncia al papato, in molti si sono chiesti cosa ne pensasse l’arcivescovo di Lucca, Italo Castellani. Per scelta, legittima e ben ponderata, lui ha scelto il silenzio. Alcuni possono esserne rimasti, altrettanto legittimamente, sorpresi. Mons. Castellani, come giustifica questa sua scelta?

«È vero, come avrete certamente notato, non sono intervenuto, anche se ho ricevuto molte richieste di pronunciamento, sulla rinuncia di papa Benedetto XVI al suo mandato di vescovo di Roma e quindi anche al suo ministero petrino. Non l’ho fatto semplicemente perché non era necessario: il gesto di papa Benedetto XVI è stato così chiaro che ogni commento risultava eccessivo o inutile».

Adesso all’inizio della vacanza della sede petrina desidera dire qualcosa?

«Desidero, oggi, alla fine del suo grande servizio alla Chiesa, manifestare pubblicamente la mia personale gratitudine al papa Benedetto XVI, e con la mia quella della nostra Chiesa di Lucca. Lo faccio con un po’ di emozione e grande affetto: immediatamente mi vengono alla mente le diverse volte che ho avuto il privilegio di incontrarmi personalmente con lui, di stringergli le mani, di udire le sue parole – mai di circostanza – in relazione al motivo per il quale ero vicino a lui: in particolare ricordo l’udienza il giorno dopo la strage di Viareggio in cui mi raccontava il suo dolore e la sua partecipazione alla vicenda di quelle persone e della Città di Viareggio».

Questi otto anni di pontificato cosa ci lasciano?

«Pensando a questi otto anni durante i quali ha governato la Chiesa, in tempi sempre più complessi, mi viene spontaneo dire che lo abbiamo amato e continueremo ad amarlo; lo abbiamo seguito – così come seguiremo con altrettanta forza e passione il suo successore – lo abbiamo apprezzato per l’amore che mostra per la Chiesa e per il coraggio della sua decisione. Credo che porteremo sempre nel cuore la semplicità del modo con cui salutava, le mani alzate e lo sguardo gioviale, espressione del desiderio di un abbraccio per tutti e per tutta la Chiesa».

Cosa direbbe a Benedetto XVI in questi momenti?

«Io sento di ringraziare il Signore e il papa Benedetto XVI per la testimonianza umana e cristiana dell’intera sua esistenza, in particolare per gli otto intensi anni di pontificato, in età avanzata, raccogliendo con umile coraggio la straordinaria eredità di Papa Wojtyla; al Signore un grande “grazie” per questo straordinario pontificato, e a Benedetto XVI un uguale “grazie” pieno di ammirazione per il Suo magistero, così originale e profondo, in cui tutti abbiamo riconosciuto l’ispirazione e la sapienza della grande tradizione della Chiesa. Insieme a questo la Chiesa di Lucca vuole manifestare un sentimento di gratitudine per il servizio misterioso, silenzioso e nascosto, della preghiera per la sua Chiesa, al quale Benedetto XVI si propone di dedicare il resto della sua vita».

Sarà una domanda banale, però se lo chiedono tutti. E adesso cosa accade? C’è da preoccuparsi?

«Adesso è giunto il momento, ed è mia profonda intenzione, rivolgere una preghiera al Signore perché sostenga ed illumini il Collegio dei Cardinali nella scelta del successore di Benedetto XVI: siano guidati esclusivamente dall’amore vero verso Dio e la Chiesa. Affido allo Spirito la preghiera, mia e della Chiesa lucchese per colui che sarà eletto come nuovo Papa, chiedendo al Signore che doni alla sua Chiesa un pastore secondo il suo cuore, pronto a guidare la Chiesa nel cammino della nuova evangelizzazione. Di più, invito le comunità cristiane alla preghiera per la sera del 28 febbraio, per affidare alla potente azione dello Spirito la persona di Benedetto XVI, nel momento in cui rinuncia al suo mandato, per continuare ad immolare la propria vita nel silenzio del nascondimento e della contemplazione per il bene della Chiesa e del mondo. In quella preghiera invocheremo lo Spirito Santo anche per il breve tempo di sede vacante, e perché la Sua luce illumini le menti e i cuori dei Padri Cardinali, chiamati ad eleggere il futuro Pastore universale della Chiesa».