Cultura & Società

«Note al Museo», la nuova edizione dei concerti dell’Opera del Duomo di Firenze

La quarta edizione vede in cartellone sono presenti 6 appuntamenti a cadenza mensile, che, come dice il direttore artistico Francesco Ermini Polacci “cercano di differenziarsi dalle consuetre stagioni per vari aspetti, il più interessante dei quali è che i programmi musicali vengono concordati insieme con gli artisti e non scelti dalle agenzie”. La rassegna risponde alle finalità statutarie dell’Opera, come ricorda il presidente, Luca Bagnoli, dicendo che “La rassegna è un modo per restituire ai fiorentini il Museo e rappresenta la volontà dell’Opera di offrire alla città di Firenze una proposta musicale di rilievo, realizzata attraverso programmi unici e  interpreti di livello internazionale. Essa permette, inoltre, di valorizzare ulteriormente il nostro bellissimo Museo dell’Opera del Duomo, che costituisce per questi concerti una cornice bellissima sotto tutti i punti di vista”.  E al Presidente si unisce Monsignor Timothy Verdon, Direttore del Museo, che esterna la sue fierezza di questa “restituzione di opere esterne e interne di piazza del Duomo, alcune delle quali sono statue musicali a tutti gli effetti, poiché ritraggono musicisti colti nell’atto di eseguire musica”.

I concerti, che iniziano alle 21, sono ad ingresso libero con prenotazione obbligatoria (fino ad esaurimento dei posti disponibili), ed è possibile prenotarsi secondo due modalità: recandosi di persona alla portineria del Centro Arte e Cultura (piazza San Giovanni 7) o compilando l’apposito form al link https://operaduomo.firenze.it/eventi, in entrambi i casi a partire dal giovedì della settimana precedente la data del concerto (ore 9 – 12).

Giovedì 25 Ottobre ci sarà il concerto inaugurale, che ha per protagonisti l’ensemble di strumenti d’epoca Il Giardino Armonico e il suo direttore, rinomato flautista, Giovanni Antonini. Il Giardino Armonico e Antonini parteciparono agli eventi inaugurali del nuovo Museo dell’Opera, rimanendo incantati dalla bellezza di quegli spazi; ora si presentano nello stesso luogo per la prima delle due sole e selezionatissime date in Italia, con un programma incentrato sul barocco di Venezia e Napoli: Vivaldi (il Concerto RV 108, la Sonata RV 63 La follia, il Concerto RV Il gardellino), Gesualdo principe di Venosa (Canzon francese del principe), e quelli meno conosciuti, ma significativi, dei napoletani Pietro Marchitelli e Nicola Fiorenza.

Il violoncello dal Seicento ai giorni nostri (da Domenico Gabrielli e i suoi Ricercari, Bach e le sue Suites pietre miliari, Alfredo Piatti, il “Paganini del violoncello”, fino Sofia Gubaidulina e gli sperimentalismi dei suoi Préludes del 1974) è il percorso presentato giovedì 22 Novembre da Christophe Coin, musicista francese che vanta una prestigiosa attività concertistica in tutto il mondo.

Con il concerto di Giovedì 13 Dicembre, Note al Museo prosegue il suo omaggio a Rossini, nel centocinquantesimo anniversario della scomparsa, offrendo una significativa scelta delle sue giovanili Sonate a quattro, destinate ad un insolito quartetto d’archi, con il contrabbasso al posto della viola. Ad interpretarle è il Red4quartet, formazione tutta al femminile che riunisce quattro amiche, professori dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, desiderose di poter esplorare il repertorio per questa formazione con la gioia di fare musica insieme.

Gioielli di freschezza melodica colmi di fantasia, le Sonate a quattro furono scritte da un Rossini appena dodicenne, durante una vacanza estiva. A venti anni dopo risale invece il Duetto per violoncello e contrabbasso, una curiosa pagina di trascinante virtuosismo che completa il programma.

Le straordinarie cantorie di Luca della Robbia e Donatello ispirano il programma di Giovedì 17 Gennaio, riproponendo la musica di quei primi anni del Quattrocento. Un’atmosfera musicale ricreata dall’ensemble  La fonte musica, guidato dal suo fondatore e liutista Michele Pasotti: un ensemble specializzato nella musica tardo medioevale, che propone un programma realizzato in esclusiva per Note al Museo, composto da mottetti, madrigali e vari brani di autori allora attivi o comunque legati a Firenze: come Paolo da Firenze (il suo madrigale “Godi, Firençe!” celebra la vittoria fiorentina su Pisa, nel 1406), Antonio Zacara da Teramo, autore di gioielli conservati nel Codice Squarcialupi (manoscritto conservato presso la Biblioteca Medicea Laurenziana) e Gullaume Dufay, di origine franco-fiamminga ma vissuto a lungo in Italia, compositore fra i più importanti del Quattrocento. 

Il quintetto di fiati (flauto, oboe, clarinetto, fagotto, corno) sarà invece il protagonista dell’appuntamento di Giovedì 21 Febbraio, che propone un excursus fra novecenteschi gioielli di rara esecuzione (Rota, Hindemith, Barber) e brani di bravura che rivisitano in questa formazione celebri pagine da opere di Verdi e Rossini. A proporlo è il Confluentes Ensemble, alla sua prima apparizione in Italia, formato da cinque giovani musicisti che sono riuniti nel 2014 a Coblenza (Confluentes è l’antico nome latino della città) col desiderio di fare musica insieme e diffondere il repertorio per strumenti a fiato, e che da allora si sono distinti partecipando a numerosi festival in tutta Europa.

Con l’appuntamento concertistico conclusivo di venerdì 22 marzo, Note al Museo ripercorre un capitolo della vita musicale a Firenze fra la fine dell’Ottocento e il pieno Novecento, poco conosciuto: quello che vide affermarsi in maniera straordinaria il mandolino come strumento amatissimo e popolare, soprattutto grazie a Carlo Munier, maestro indiscusso dell’arte mandolinistica, che da Napoli aveva raggiunto le rive dell’Arno nel 1881. L’epoca d’oro del mandolino a Firenze rivive così nel concerto dei musicisti dell’Accademia Mandolinistica Napoletana, autorevolissima realtà attiva dal 1929 nella valorizzazione e nella diffusione del repertorio mandolinistico, guidata dal rinomato specialista in strumenti antichi a plettro e suo presidente Mario Squillante (impegnato anche come solista), alle prese con le pagine più gustose e rare di alcuni dei musicisti più rappresentativi di quegli anni fiorentini, come lo stesso Munier, Carlo Graziani Walter, Enrico Marucelli e Luigi Bianchi.

Nomi già noti e giovani talenti, come sempre, vengono affiancati da Ermini Polacci in questo come nei precedenti cartelloni da lui firmati per Note al Museo, con lo scopo di garantire la varietà delle proposte e, fortunatamente per alcuni dei giovani –  che dopo aver debuttato in questa rassegna sono poi stati chiamati in altre importanti stagioni – può essere una vera e proria vetrina di talenti.